COSENZA – Sulla metrotramvia di Cosenza un accordo è possibile, ma solo alle condizioni dettate da Palazzo dei Bruzi. Lo scrive Mario Occhiuto a chiare lettere, rispondendo alla missiva ricevuta nei giorni scorsi dal presidente della Regione Oliverio. Il sindaco mette subito le cose in chiare: il comune amministrazione non ha assunto alcun obbligo in merito alla realizzazione dell’opera, pertanto sotto il profilo giuridico, non è in difetto né con l’amministrazione di Germaneto, né con la ditta vincitrice dell’appalto. Al contrario, secondo il primo cittadino del capoluogo bruzio, aver proceduto ad aggiudicare l’esecuzione dell’opera costituisce un grave vulnus normativo, in mancanza della sottoscrizione dell’accordo di programma quadro. Occhiuto non esclude a priori la possibilità di giungere ad un’intesa. Al contrario, sottolinea che un accordo era stato trovato. Ma le modifiche concordate verbalmente non sono state ancora messe nero su bianco. «Si ribadisce la disponibilità di questo comune – sottolinea Occhiuto – ad addivenire ad un accordo che sia, però, rispettoso di tutte quelle condizioni rappresentate dall’ente municipale, durante le precedenti interlocuzioni, come irrinunciabili». La Regione si trova così nella scomoda posizione di non poter dare corso ad un appalto, quello della metrotramvia, già aggiudicato senza le necessarie autorizzazioni rilasciate dall’amministrazione comunale di Cosenza e di non poter adottare formalmente le modifiche al percorso della metrotramvia stessa richieste da Palazzo dei Bruzi senza esporsi al rischio di contenziosi con le ditte partecipanti alla gara. Un cul de sac da cui sarà difficile venire fuori. In calce il testo integrale della lettera indirizzata da Occhiuto alla Regione Calabria.
Preliminarmente non si comprende la logicità tecnica di una tale missiva, contenente una mal celata minaccia nei confronti di un soggetto (il Comune di Cosenza) che non ha avuto alcun ruolo su una procedura portata avanti esclusivamente da Regione Calabria, in maniera autonoma ed in spregio a tutte quelle norme che prevedono il necessario coinvolgimento degli enti territoriali interessati dall’intervento. Ed anzi numerose sono state le diffide inviate dallo scrivente a Regione Calabria, nelle quali rappresentavo il grave vulnus alle norme procedurali che si stava compiendo da parte di Regione Calabria, la quale agiva senza la preventiva sottoscrizione dell’APQ. Solo successivamente Regione Calabria comprendeva la necessità giuridica di convenire con il Comune di Cosenza – comune nel quale l’intervento ricade – le condizioni che regolassero l’impatto dell’opera pubblica, nell’ambito di un più complessivo progetto di interventi, ispirati alla sostenibilità urbana. In tal senso si svolgevano molteplici incontri durante i quali sembrava di essere addivenuti ad una bozza condivisa di APQ. Epperò tale apparenza si rivelava infondata. Non ho, difatti, inteso partecipare all’incontro dello scorso 27 febbraio – che tra l’altro si era convenuto dovesse svolgersi nel Comune di Cosenza – atteso che la ultima versione pervenuta dell’accordo presentava evidenti difformità rispetto a tutte quelle condizioni dallo scrivente sempre poste per il rispetto dell’assetto di urbanistica sostenibile del territorio bruzio e sulle quali i rappresentanti regionali, nelle pregresse interlocuzioni, parevano in origine concordi, salvo, in ultimo, ritrovarsi – per lo scrivente – davanti alle citate difformità. Circa la necessità di pervenire ad un completamento della procedura, si precisa che su questo Comune non ricade alcun obbligo con la ditta aggiudicataria, e pertanto nessun impegno di natura giuridica, da cui far discendere paventate responsabilità, grava sul Comune stesso, senza tacere le già citate numerose diffide dello scrivente con le quali invitava la Regione Calabria a verificare la sussistenza di tutti gli atti autorizzativi necessari prima di procedere ad aggiudicazioni potenzialmente viziate. Ciò detto, si ribadisce la disponibilità di questo Comune ad addivenire ad un accordo che sia, però, rispettoso di tutte quelle condizioni rappresentate dall’ente municipale – durante le precedenti interlocuzioni – come irrinunciabili.