PARAVATI (VV) – Migliaia di pellegrini arrivati ieri mattina a Paravati, alla spianata di “Villa della Gioia” di Paravati, hanno partecipato alla celebrazione della Santa Messa in occasione del 24° anniversario dell’arrivo della statua della Vergine “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, nella piccola frazione di Mileto, la casa di Mamma Natuzza.
«Non lasciatevi ingannare dalle bugie, se Natuzza non è della Chiesa e nella Chiesa non può essere dichiarata santa» – uno sfogo quello del vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, S. Ecc. Mons. Luigi Renzo, che ha preso la parola all’inizio della Messa. Frasi accorate e riconcilianti sostenute da scroscianti applausi dei fedeli provenienti da tutta la Calabria e da altre regioni d’Italia. A presiedere la Celebrazione Eucaristica l’arcivescovo metropolita emerito di Cosenza-Bisignano S. Ecc. Mons. Salvatore Nunnari, in segno di vicinanza di tutta la Conferenza episcopale calabra, che durante l’omelia ha sottolineato la figura di Mamma Natuzza aggiungendo: «Fu vera serva di Dio, figlia della Chiesa, madre e sposa che con semplicità stette al suo posto nell’abbandono assoluto ai vescovi, anche nei momenti difficili».
Quello che infatti stanno vivendo i cenacoli di preghiera non è un momento semplice ed è per questo che il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea hagià istituito una commissione di teologi per studiarne i fenomeni e aprire le indagini diocesane e domani sarà a Roma per incontrare il cardinale-prefetto della Congregazione della fede e farla approvare. Ed è lo stesso Mons. Renzo che a fine messa risponde così alla nostra domanda sulla bellezza di trovare il grande popolo di mamma Natuzza in sintonia col Vescovo. «Non avevo dubbi, perché poi le incomprensioni che ci sono state sono state molto marginali ed erano troppo di parte. Io ho avuto tante telefonate da membri dei cenacoli, da Cosenza fino in Sardegna, in cui manifestavano piena vicinanza, perché quello che si sta cercando di fare è a servizio dell’opera di Natuzza e dei Cenacoli. Niente è vero di quello che ha messo in giro chi si vuole appropriare della proprietà». E ha poi concluso con una forte esclamazione: «Io devo fare il vescovo non devo fare il commerciante».
Francesco Farina