‘ndrangheta, e il bacio fra il boss e il senatore diventa spot

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Sfondo bianco e contorni neri che definiscono in modo inconfondibile gli insoliti testimonial. Si tratta di Paolo Rosario de Stefano, super boss della ‘Ndrangheta, la mafia più potente del mondo, e del senatore della Repubblica Antonio Caridi, secondo le accuse, uno dei tanti interlocutori della criminalità organizzata calabrese nello Stato. Sulla scia già tracciata dal colosso Benetton, a puntare ora su queste immagini forti è il giornalista Klaus Davi che si è affidato al pluripremiato creativo Pasquale Diaferia, coordinatore della realizzazione del concept realizzato per mano della nota artista di Zurigo Patrizia Pfenninger, la quale ha prestato volentieri la propria opera su questo tema. La campagna avrà una versione virale sul web e sono in programma anche una serie di affissioni in Calabria, a Roma e a Milano. Non è la prima volta che Klaus Davi e il suo coautore Alberto Micelotta si affidano ai guru del marketing per operazioni completamente autofinanziate. Qualche settimana fa, infatti, dei poster giganti invasero Milano con i nomi dei boss calabresi residenti nel capoluogo lombardo. Ora è il canovaccio degli annunci a spiegare la motivazione di questa nuova iniziativa: «A Reggio Calabria si celebra un processo epocale, denominato Gotha, al quale lavora da anni un magistrato coraggioso come Giuseppe Lombardo, secondo cui l’abbraccio mortale Stato e Mafia ha coinvolto anche membri molto influenti delle Istituzioni. Tra gli indagati il senatore Antonio Caridi che, secondo numerosi accertamenti, è stato uno degli ‘angeli custodi’ della latitanza del boss Paolo Rosario de Stefano. Uno dei tanti episodi di contaminazione fra organi istituzionali e crimine organizzato. L’evento giudiziario, però, si svolge nel quasi più totale silenzio mediatico, grazie al patto ‘Ndrangheta-Massoneria-Politica che sembra condizionare interi pezzi dei mezzi di comunicazione».

Klaus Davi si dice deciso ad andare avanti su questa strada: «Sono inviso ad alcuni politici perché ricordo che la ‘Ndrangheta condiziona e orienta la loro agenda. Ma non temo ritorsioni. Per quanto possano tentare di soffocare una voce, ci sarà sempre un canale aperto attraverso il quale dare spazio alla verità. Confido, infatti, nelle parti sane della Repubblica che fortunatamente conservano la loro integrità».

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