COSENZA – 120 anni di vita cittadina, dal 1809 al 1929, raccontati attraverso i documenti anagrafici del Comune di Cosenza: gli atti di nascita, di matrimonio e di morte, cui si aggiungono i documenti relativi alla leva militare. Un lavoro di riordino e catalogazione coordinato dalla Dirigente del settore Affari Generali Maria Molezzi e che ha visto impegnato il personale comunale dei servizi demografici. Il risultato è l’Archivio storico dell’anagrafe e dello stato civile del Comune, un vero e proprio luogo della memoria, allocato nella sede degli uffici comunali del complesso “I Due Fiumi”, che questa mattina è stato presentato nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione del Vice Sindaco Jole Santelli, dell’Assessore alla comunicazione Rosaria Succurro e della dirigente del settore Affari generali del Comune, Maria Molezzi. «L’Amministrazione comunale – ha detto in conferenza stampa il vicesindaco Jole Santelli – ha delle figure proattive di creatività e di impegno che vanno al di là del loro lavoro ordinario. Mi sono molto appassionata a questa iniziativa. Tutte le città d’Italia hanno un’anagrafe dal 1860. Noi abbiamo la fortuna di aver applicato una direttiva di Gioacchino Murat e ci ritroviamo un patrimonio storico che è datato 1809. Non mi risulta che altre città abbiano ricostruito e reso fruibile a tutti i cittadini questo patrimonio storico. Il merito – ha aggiunto la Santelli – è quello di aver trasformato documenti polverosi e numeri, in momenti di vita, di curiosità, in uno sforzo di ricerca dell’identità di questa città». Il vicesindaco si è soffermata su alcune spigolature che vengono fuori dai documenti dell’Archivio storico. Dai certificati di nascita dei bambini dell’epoca si risale alle professioni dei genitori e dai registri vengono fuori anche cose abbastanza divertenti. C’è chi si dichiarava galantuomo, industriante o manipolo e chi si dichiarava brigante, vendoliere o faticatore. «Tutto questo – ha detto ancora Jole Santelli – ci restituisce una fotografia completamente diversa, negli anni, della nostra città». Altre curiosità, i nomi femminili più in voga a quei tempi, tra il 1809 ed il 1929: Scolastica, Candia, Petronilla, quest’ultimo nome mutuato probabilmente dal celebre fumetto americano “Arcibaldo e Petronilla” che sbarcò in Italia nel 1913 e che venne pubblicato sul “Corriere dei Piccoli”. Nel chiudere il suo intervento Jole Santelli ha, infine, auspicato che l’archivio storico dell’anagrafe e dello stato civile possa diventare nel tempo un vero e proprio Museo. Del lavoro certosino di archiviazione che regala alla città un valore importante ha parlato, poi, in conferenza stampa, l’assessore Rosaria Succurro. «Una perla all’interno della collana dei Musei della città, un museo della memoria». Così l’assessore alla comunicazione ha definito l’archivio storico dei servizi demografici. «Un valore aggiunto che si tocca con mano grazie ai numerosi documenti preziosi che sono stati riordinati e catalogati. Immaginiamo i tanti studenti che a questo archivio, così bene organizzato, potranno attingere anche per le loro ricerche. Siamo felici – ha proseguito Succurro – perché grazie all’analisi di questi documenti storici siamo in grado di comprendere come il nostro territorio si sia evoluto, senza trascurare la nostra storia ed il nostro passato». Soddisfazione è stata poi espressa dalla dirigente Maria Molezzi. «Questo archivio storico – ha detto la Molezzi – è davvero frutto di un lavoro certosino. I documenti sono stati materialmente presi da armadi polverosi, catalogati e messi in ordine e questa intuizione è venuta in mente in occasione del trasferimento, dalla vecchia sede del Lungo Busento al centro “I due Fiumi”, dell’ufficio statistica. Cosenza insieme ad altre città del Regno di Napoli ha precorso un po’ i tempi perché viene avviata sin dal 1806, data del primo atto di nascita da parte del signor Francesco Scarpelli, un calzolaio che aveva registrato in Comune la nascita di sua figlia, la registrazione di quegli atti di nascita, matrimonio e morte che prima erano custoditi solo nelle parrocchie. Il nostro Meridione d’Italia, oggi tanto bistrattato, forse negli anni passati era, invece, precursore di modernità. Nell’archivio storico sono presenti – ha detto ancora la dirigente Molezzi – anche le liste relative alla leva militare e i ruoli matricolari. Anche in questo caso una minuziosa elencazione di persone che hanno partecipato alla prima guerra mondiale, come pure è stato estrapolato l’elenco di tutti i ragazzi appartenenti alla classe 1899 che furono reclutati dal generale Armando Diaz per essere avviati alle armi quando ancora non avevano compiuto nemmeno 18 anni». 80 i nomi dei ragazzi cosentini che rappresentavano la “meglio gioventù” di quegli anni. A conclusione del suo intervento la dirigente Molezzi ha anticipato la notizia che nel corso di quest’anno sarà avviata la digitalizzazione dei volumi che costituiscono l’archivio storico dei servizi demografici. Nel corso della conferenza stampa è stata anche presentata la pubblicazione, edita dal Comune, sul processo evolutivo della Città di Cosenza, dal 1900 al 1960, a cura di Vincenzino Aiello, Lorella Gallo e Assunta Lucanto e con la collaborazione esterna di Egidio Bruni. Anche in questo caso uno sforzo notevole, come era accaduto per un precedente volume presentato a fine dicembre del 2014 un’indagine sulla qualità della vita a Cosenza dal 1960 al 2010. Non solo quello della raccolta e dell’elaborazione dei dati, ma anche e soprattutto quello di affrancarsi dal freddo ruolo di compilatori di tabelle ed enucleatori di numeri per conferire a tutta l’indagine una caratterizzazione più passionale e, a tratti, condita di aneddoti che ci fanno comprendere appieno anche i fenomeni di costume della società cosentina nei primi sessant’anni del XX secolo.