“On the Street”, a Catanzaro progetto di riqualificazione delle aree disagiate

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Catanzaro-CATANZARO – Immaginare e ridare luce e colori alla propria realtà, potrebbe essere il primo traguardo per migliorare la qualità della vita. Se a farlo sono i bambini allora, la speranza di un cambiamento è più grande di quanto siamo abituati a pensare noi adulti, con la nostra “coerente e consolidata” rassegnazione verso il futuro nel quale: “Ormai non cambia niente”. Ed è così che quattro ragazzini di Pistoia, armati semplicemente di fantasia e smartphone, hanno reinventato il modo di vedere il loro quartiere, immortalando la semplice e quotidiana bellezza e trasformando Pistoia, da area dimenticata a luogo dove  crescono persino i fiori. L’occasione è arrivata grazie ad un Foto-contest, a cura del Progetto “On the street”, per la riqualificazione di alcune aree disagiate del capoluogo calabrese. Al concorso hanno partecipato quattro ragazzi, ai quali è stato chiesto di scattare ciascuno una foto all’interno del quartiere e spiegarne il significato; alla fine hanno prevalso tre foto e un video di presentazione.Ognuno di loro, con la propria sensibilità ha descritto visivamente quello cui è sempre stato legato: Francesco mette in mostra i fiori, per sottolineare che Pistoia non è solo violenza e droga; Per Mattia invece la sabbia, sul campo di calcetto, è uno dei ricordi più belli della sua infanzia; Infine c’è Manuel che nella sua foto descrive il valore che possono avere i ragazzi per il futuro della comunità; Andrea invece il suo racconto lo affida alla videocamera. Il contest, terminato il 2 giugno, si avvale di una giuria, di cui fa parte anche lo staff di On the street e il vincitore riceverà un buono spendibile in un negozio a suo piacimento e verrà premiato nei prossimi giorni. Se è vero che ormai la frase: “I giovani sono il futuro”, appare vuota di contenuto, l’intento di coinvolgere e stimolare un bambino alla ricerca delle cose belle che ha intorno, potrebbe offrire una diversa prospettiva su come osservare il mondo a noi “uomini saggi e maturi, che di cose ne abbiamo viste tante”, ma forse non ci siamo mai messi a osservarle davvero.

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