Pd Belvedere Marittimo: “Tagli alla sanità, in ginocchio gli ospedali della costa tirrenica”

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Belvedere Marittimo (Cs) – “Negli ultimi giorni abbiamo appreso di un sensibile taglio del budget destinato, dalla Regione Calabria, alla casa di cura Tricarico di Belvedere Marittimo. Ridimensionare un pronto soccorso, in un’area che ha già visto chiudere l’ospedale di Praia a mare, ridimensionare l’ospedale di Cetraro e chiudere la neonatalogia della casa di cura Cascini, significa colpire la tutela del diritto alla salute di tutti gli abitanti dell’alto tirreno cosentino che si trovano a non poter essere adeguatamente assistiti in un loro diritto essenziale, costituzionalmente garantito. Il pronto soccorso più vicino dista oltre 40Km e non è certamente adeguato a supportare gli abitanti di una zona così vasta”. E’ quanto si legge in un comunicato diffuso dal circolo del Pd di Belvedere Marittimo.
“Belvedere Marittimo negli anni è stato un punto di riferimento per tutti i residenti della costa tirrenica. Le cliniche private garantivano e garantiscono assistenza ed erogavano servizi sanitari di eccellenza.
Ma come da tempo accade, in Italia ad essere penalizzate sono proprio le cose che funzionano.
E così, – si legge ancora- prima la chiusura della casa di cura Spinelli, poi il graduale ridimensionamento della casa di cura Cascini e oggi la riduzione del budget destinato alla casa di cura Tricarico. Sicuramente la crisi economica impone tagli e riduzione degli sprechi. E’ opportuno però individuare con attenzione e serietà i settori e le realtà geografiche dove intervenire. Un’azione generalizzata senza criterio, produce danni irreversibili ai cittadini, crea nuova disoccupazione e aumenta l’inoccupazione.L’ultimo taglio alla casa di cura Tricarico determinerà presumibilmente una riduzione dei posti di lavoro”.
E’ inevitabile – prosegue la nota del circolo cittadino -che ad una diminuzione delle entrate corrisponde, in proporzione, una riduzione delle uscite. Ci auguriamo che la Regione Calabria riveda la sua decisione e che il budget destinato alla casa di cura Tricarico sia confermato nella misura già concessa negli anni precedenti, sarebbe opportuno comunque conoscere il criterio che la proprietà intende adottare in caso di riduzione dei posti di lavoro. Non è certamente pensabile che a pagare siano quei lavoratori che risultano da anni alle dipendenze della struttura o quei lavoratori che, pur lavorando, per motivi relativi al costo del lavoro, di fatto alle dirette dipendenze della casa di cura Tricarico, oggi risultano non tutelati dalle garanzie di legge. Eventuali ricorsi alla magistratura del lavoro per il riconoscimento di un rapporto di tipo indeterminato, con conseguente condanna da parte datoriale alla reintegrazione nel posto di lavoro o al risarcimento dei danni per un licenziamento illegittimo, metterebbe in seria discussione la stabilità economica della casa di cura Tricarico che rischierebbe il tracollo. E’ opportuno mobilitarsi per scongiurare pericolosi quanto dannosi ridimensionamenti del budget ma, soprattutto, è opportuno che la casa di cura Tricarico, nel caso di necessario ridimensionamento dell’organico, adotti criteri congrui e condivisi con le rappresentanze sindacali, con gli operatori del settore, con i rappresentanti di quelle società cooperative che negli ultimi anni, con i loro servizi, hanno contribuito ad evitare il fallimento della struttura sanitaria”.

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