COSENZA – Globalizzazione, mercati, organizzazione del lavoro. Ospiti degli industriali cosentini, il caporedattore TgrCalabria Luca Ponzi ed il professore di Economia Applicata all’Unical Domenico Cersosimo hanno discusso di sviluppo territoriale, a partire dal caso del settore automobilistico che è stato analizzato nel libro di Ponzi dove «con il rigore del cronista e l’abilità del narratore – ha detto il direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda – l’autore ripercorre le tappe che hanno condotto la Fiat ad uscire dalla crisi, aprirsi a nuovi mercati e conquistare la Crysler».
Il presidente di Unindustria Calabria Natale Mazzuca, nel sottolineare l’importanza dell’iniziativa “Libri per lo sviluppo” che da anni viene promossa da Confindustria Cosenza con l’obiettivo di approfondire i temi dell’economia, del management, della cultura d’impresa e del sociale, ha analizzato la situazione economica della Calabria e del Paese, parlando anche di “crisi della fiducia” e della conseguente necessità di «rimettere al centro di tutto le competenze. L’Italia è un paese che sta implodendo, eppure è stato per secoli punto e modello di riferimento anche per la creatività, la capacità di fare. Dobbiamo tornare ad essere responsabili e ad assumerci le proprie responsabilità, ciascuno per il proprio ambito, come cittadini, rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni, come classe dirigente. Marchionne ci ha consegnato una lezione: rompere con i vecchi schemi per essere competitivi e non perpetuare con liturgie del passato ma aprirsi al mondo per crescere»
Al centro della discussione con gli imprenditori, dunque, l’analisi economica degli ultimi decenni, le scelte imprenditoriali compiute da piccoli e grandi gruppi aziendali, le politiche industriali dei diversi Governi che si sono alternati alla guida del Paese. «Le politiche pubbliche indirizzano sempre le imprese verso determinati sentieri, così come è successo alla Fiat che ha deciso aprire uno stabilimento in Basilicata– ha detto il professore Cersosimo, autore di un importante studio su Melfi e la casa automobilistica torinese – contribuendo alla ripresa produttiva. L’impresa che innova, che è capace di aprirsi a mercati nuovi, in genere, riesce a superare meglio la crisi. Le aziende che compiono salti in avanti sono quelle che aumentano le competenze cognitive».
L’intervento del caporedattore Ponzi ha spaziato dalle dinamiche aziendali che hanno mosso il grande gruppo imprenditoriale a rivedere piani aziendali e ad intraprendere nuove strategie internazionali, all’impostazione manageriale di un uomo molto discusso, «un visionario che è riuscito a creare un asse con Obama per salvare la Crysler ed a farsi pagare da General Motors per non vendere. Marchionne era un manager duro ma esigente con sé ed i collaboratori, che ha saputo scommettere sulla globalizzazione, che ha rivoluzionato il modo di guidare un’impresa, di gestire i rapporti con dipendenti e sindacati».
Forte preoccupazione è stata espressa dagli industriali presenti al dibattito per la decisione del Consiglio dei Ministri, in occasione dell’approvazione del Documento di Economia e Finanza, di rivedere al ribasso le stime sulla crescita del Paese per il 2019 che decreta un aumento di deficit e debito con peggioramento dei conti pubblici italiani.