Molinaro: mancata semplificazione amministrativa, digitalizzazione complicata e inadeguatezza di qualcuno penalizza la competitività dell’agricoltura calabrese
«Il Commissario Europeo alle Politiche Regionali, Cretu, nell’ultima dichiarazione è perentoria e mette direttamente il dito nella piaga. Accelerare sull’attuazione della capacità amministrativa, processo di certificazione e di audit delle spese e poi a corollario afferma: alcune regioni (tra queste la Calabria) non crescono nonostante tutti i soldi che ci spendiamo. Vogliamo capire i motivi del perché questo accade». Dichiarazioni – afferma Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – che fanno tremare le vene e ci riportano alla nuda e cruda realtà. Evidentemente, nonostante molto spesso si tende ad esaltare, non siamo i primi. Anzi! Si esulta quando si scrive e approva il programma (leggi PSR 2014-2020), ma poi quando si va nel concreto, ci si imbatte in farraginosità, con la permanente lentezza nella fase operativa. Ad ammetterlo – prosegue è sia l’Autorità di Gestione del PSR che il Dipartimento Agricoltura che nei decreti di proroga di questi giorni testualmente scrivono : «che il termine di presentazione delle domande scade a ridosso del periodo estivo con notevoli difficoltà a predisporre la documentazione richiesta per la partecipazione al bando»; ed ancora: «il persistere delle esigenze di questa Amministrazione di dare riscontro alle innumerevoli richieste di chiarimento presentate a mezzo FAQ da parte dei potenziali beneficiari». Il balletto delle proroghe che il Dipartimento Agricoltura e Autorità di Gestione stanno decretando – chiarisce Molinaro – si poteva evitare se solo ci fosse stata l’umiltà di accettare i suggerimenti fatti sin dall’ inizio della programmazione e fino al Comitato di Sorveglianza (febbraio 2016) e se con continuità si fosse fatto ricorso a tavoli tecnici con i soggetti portatori di interesse. Con le proroghe – continua – certamente qualche giovane non potrà accedere ai finanziamenti, Coldiretti aveva proposto la domanda semplificata come peraltro fatto da qualche regione. I nodi si sa, vengono sempre al pettine ed a pagare un prezzo salatissimo sono i giovani appunto ma anche le imprese che non possono programmare gli interventi con rischi forti di eleggibilità della spesa e il risultato di rinviare nel tempo la realizzazione delle opere e i relativi pagamenti. Prorogare scadenze già fissate è indicativo del cattivo funzionamento: gli impegni presi non si riescono a rispettare nei tempi previsti e si chiede un rinvio. Anzi, è la spia di una scarsa efficacia che, nemmeno l’elevato numero di incontri promozionali sul PSR (circa 90) è riuscita a colmare. Forse accentuare le riunioni del partenariato socio-economico, (non si riunisce da febbraio) avrebbe impedito un siffatto atteggiamento che ha comportato scelte infelici quali il business-plan di Ismea che come avevamo detto in tempi non sospetti era complicato. Ma si sa, si è più propensi ad accettare suggerimenti nell’orecchio piuttosto che frutto di un confronto! Oltre alle proroghe allora – conclude Molinaro – invitiamo la Regione che nell’interesse generale si intervenga per eliminare le criticità che rischiano di indebolire la competitività del sistema agroalimentare calabrese».