CATANZARO – «Moltissimi mezzi e centinaia di persone per sbloccare il taglio dei boschi». È quanto avevano annunciato ieri le associazioni Anpa (Associazione nazionale produttori agricoli), Liberi agricoltori (Confederazione italiana liberi agricoltori) e Confagricoltori che annunciano una manifestazione del comparto forestazione presso la cittadella regionale per domani mattina, motivando in un comunicato stampa le ragioni della mobilitazione. I titolari delle aziende boschive e delle aziende di trasformazione hanno portato sotto la sede della Regione 54 mezzi pesanti, mentre con i pullman sono arrivati manifestanti da tutte le province: oltre 500 persone tra operai e proprietari forestali.
«Un terremoto si è abbattuto sul mondo forestale calabrese – si legge nel comunicato firmata da Giuseppe Mangone e Giovambattista Benincasa –, i boschi delle nostre montagne, sfruttati in maniera sostenibile, sin dai tempi dei romani, rischiano dopo secoli di utilizzo, di diventare dei vetusti musei ecologici abbandonati alla mercé delle fiamme». «Tutto è incominciato nel febbraio scorso – spiegano – quando la giunta regionale, ha recepito con delibera le linee guida nazionali, sancendo che per poter procedere a qualsiasi tipo di attività selvicolturale è necessaria la valutazione di incidenza ambientale provocando così il blocco totale di tutte le attività forestale». «Per fare capire meglio il disastro che si sta provocando – annotano Mangone e Benincasa –, basta evidenziare il seguente dato: sono giacenti presso il dipartimento forestazione, da quasi 10 anni, più o meno 300 piani di gestione. Facendo una media piano/ettaro, sono congelati a seguito della suddetta delibera di giunta, la bellezza di 90 mila ettari di boschi, che trasformati in soldoni corrispondono alla modica cifra di circa 27 milioni di euro».
«Questo è il danno attuale – sottolinea il comunicato – che i proprietari forestali, le aziende boschive, le aziende di trasformazione e chi lavora nei boschi rischia di subire! Non possiamo permettere all’economia calabrese questa sciagura, non possiamo permettere che qualche burocrate senza coscienza, faccia perdere il lavoro a migliaia di persone. Abbiamo tentato in mille modi e senza risultato la mediazione e il dialogo». «Dopo una serie di promesse non mantenute, purtroppo – annunciano le associazioni del comparto –, non ci resta altro da fare che protestare. «A coadiuvare gli organizzatori della manifestazione, Mangone e Benincasa – informa la nota –, ci saranno diversi agronomi-forestali che spiegheranno ai presenti ed eventualmente ai dirigenti regionali quali soluzioni tecniche potrebbero essere applicate per risolvere i problemi. Comunque non siamo solo preoccupati per la parte economica e lavorativa bensì anche per la cura e la manutenzione dei boschi, pratiche necessarie anche dal punto di vista di una corretta gestione delle acque superficiali, per prevenire il dissesto idrogeologico e soprattutto per prevenire gli incendi».
«Siamo pienamente convinti – dichiarano ancora i rappresentanti delle Organizzazioni agricole e forestali – che il bosco non debba essere lasciato a sé stesso, l’uomo deve intervenire per le necessarie pratiche di silvicoltura. La manifestazione infine avrà lo scopo di proporre la modifica delle linee guida, chiederemo con forza e a gran voce che vengano approvati immediatamente i piani di taglio e contestualmente che gli interventi in essi contenuti non siano assoggettati all’autorizzazione di valutazione di incidenza ambientale (Vinca)». «A tal proposito – conclude la nota – invitiamo ancora una volta i nostri rappresentanti politici regionali a prendere spunto dalla Regione Toscana che ha saputo coniugare, nell’applicazione e introduzione delle linee guida, sviluppo sostenibile, tutela ambientale e paesaggistica».