COSENZA – 106 orologi fermi. 106 orologi le cui lancette non gireranno più. Fermi per sempre, come le 106 vittime di femminicidio del 2018. Per uscire dal vortice della violenza e «distruggere ogni attività delittuosa l’unica arma è la cultura», dichiara a gran voce il dirigente scolastico del Liceo classico “B. Telesio” Antonio Iaconianni. A tre giorni dalla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, il teatro “A. Rendano” ha ospitato l’incontro “Questo non è amore”, il progetto della Polizia di Stato contro la violenza sulle donne moderato dalla giornalista Sara Verta. «Numerose sono le vittime inconsapevoli di situazioni che si creano in quello che viene definito “ambiente amico”. Spesso le vittime non hanno il coraggio di chiedere aiuto, a tendere loro una mano ci sono i camper della Polizia che girano per le piazze promuovendo attività informative e di aiuto concreto. Mi rivolgo a voi giovani: voi dovete propagandare la cultura della non violenza», dice il questore della Provincia di Cosenza Giovanna Petrocca. Informare, dunque, è il primo passo; «occorre poi fare dell’informazione formazione- dichiara il prefetto Paola Galeone-. Non è la gelosia ad uccidere, ma il controllo e il possesso. Nonostante i passi in avanti grazie alla legge antistalking, alla legge sul femminicidio e al lavoro svolto nei centri antiviolenza, c’è qualcosa che va migliorato: è necessario lanciare un messaggio di unità per rendere ulteriormente efficaci le politiche di contrasto alla violenza, noi dobbiamo lavorare sulla prevenzione» ; poi si rivolge agli studenti presenti in sala ai quali dice: «voi siete la luce per squarciare il buio fatto di pregiudizi e violenza». Presente anche il procuratore Mario Spagnuolo che invita i presenti a non dimenticare mai la bellezza e l’importanza della Costituzione e a soffermarsi sul concetti di dignità ed uguaglianza a cui si fa appello negli articoli 2 e 3. Alla luce dei fenomeni di stalking e femminicidi la Polizia ha messo in campo il progetto Eva, acronimo di “esame delle violenze agite”, un modello di intervento a cui gli agenti chiamati per liti in famiglia devono attenersi per offrire un supporto morale e pratico alle vittime, un progetto spiegato dal vice dirigente della Squadra Mobile Francesco Falcone che invita a non rimanere indifferenti di fronte alle liti di cui spesso siamo uditori. Straziante la storia di Sara Di Pietrantonio, la 22enne strangolata e data alle fiamme dal fidanzato, raccontata dalla giornalista Paola Vuolo; di sostegno l’attività svolta dal dirigente medico Patrizia Nicotera impegnata dal 2013 a portare avanti il progetto “Donna Free Fly” finalizzato ad un approccio terapeutico alle vittime di maltrattamenti e violenze, intensi gli intermezzi del coro della Questura e degli alunni del Liceo classico “B.Telesio”. Un impegno costante di informazione e sensibilizzazione per reagire agli episodi di violenza e a quegli atteggiamenti che devono far pensare: “Questo non è amore”.
Rita Pellicori