GIOIA TAURO (CS) – Anche il Partito Democratico di Gioia Tauro si unirà al coro dei Sì nel referendum del prossimo 17 aprile per dire no alle trivellazioni. L’obiettivo è chiaro: difendere il patrimonio ambientale italiano e chiedere una conversione del sistema energetico tradizionale. Difatti, l’estrazione di petrolio aggrava l’inquinamento per la sua disposizione sui fondali che pare aver già superato le soglie limite. Secondo quanto dichiarano dal Pd di Gioia Tauro, proseguire sulla via delle trivellazioni e quindi dell’inquinamento, oltre tutto, metterebbe a rischio il turismo, fonte d’impiego per tre milioni di persone, ma anche la pesca che dà lavoro a 350 mila lavoratori, senza contare un milione e 400 mila persone al servizio della cultura. Del resto, dichiarano ancora dalla sede del Pd, a essere messi in discussione con il Sì non sono i pozzi a terra e quelli oltre le 12 miglia e che ricoprono l’85% delle estrazioni; quelli che vanno chiusi sono quelli entro le 12 miglia dalle nostre coste e che producono solo lo 0,9%. La vera soluzione è investire “sulle reali vocazioni energetiche presenti nel Sud Italia”, portando avanti uno sviluppo ecocompatibile che difenda al contempo l’ambiente.