Reggio: presentazione del volume “I procedimenti disciplinari in Sanità” di Nicola Gasparro

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REGGIO CALABRIA – Nei giorni scorsi, presso l’Aula Spinelli dell’Azienda Ospedaliera “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria, si è tenuta la presentazione del volume “I Procedimenti Disciplinari in Sanità” curato dall’Avv. Nicola Gasparro edito da “Cacucci Editore”.
L’incontro, organizzato dalla Federazione Italiana Lavoratori, ha visto la presenza, tra gli altri, del Direttore Generale A.O. Frank Benedetto, del Segretario Regionale FIL Antonio Cogliandro, del Responsabile Aziendale FIL Salvatore Denaro, del Segretario Generale FIL Giuseppe Martorano, dell’Avv. Domenico Cozzupoli e del Dott. Pasquale Romeo, Docente di Psichiatria all’Università di Bari. Ha moderato i lavori Benvenuto Marra.tavolo reggio calabria

È stata una occasione fondamentale per trattare temi assai significativi, quali l’obbligo alla fedeltà, al rigore e al senso del dovere, presupposti irrinunciabili per evitare quei casi di “mala sanità”, reali o presunti, di cui troppo spesso le cronache son piene.

La posizione della FIL si può riassumere in pochi ma significativi concetti: “I provvedimenti disciplinari – afferma Gasparro – sono il fallimento di una buona comunicazione. Arrivare ad un comportamento di richiamo o di censura da parte del dirigente indica l’incapacità dello stesso di essere un buon educatore; ad un buon padre non necessita arrivare ad un richiamo, basta solo lo sguardo. Il punto di enunciazione direbbe Lacan: al padre o all’insegnante bastava essere enunciato per ottenere silenzio e quindi rispetto.
La nostra epoca, secondo alcuni psicoanalisti, ha perso la legge del padre, quella condizione indispensabile per stabilire cosa è impossibile da ciò che è possibile e, per dirla con una frase il cosiddetto “Perchè no?”, così caro ai politici è solo l’emblema simbolico di un atteggiamento reversivo che abbattendo il limite ha abbattuto le regole e quindi la legge del padre ed il rispetto dell’organizzazione e di ciò che è precostituito. Ritengo – conclude – che l’era post moderna, ovvero la nostra così chiamata dai filosofi, debba ripartire da zero dalla formazione e dall’educazione dove la parola abbia ancora un senso e venga rispettata”.

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