Rende, gruppo di cittadini chiede i comitati di quartiere

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Carlo Rinaldo

RENDE (CS) – A Rende c’è chi lamenta la mancanza di comitati di quartiere. Si tratta del comitato di cittadini Comunità in partecipazione diretta.

Di seguito la nota stampa del coordinatore Carlo Rinaldo: 

«Coinvolgimento, essere ascoltati e collaborare, risoluzione dei problemi più immediati, decisioni dal basso, questo è quello che chiedono i cittadini, questo è quello che chiedono anche i cittadini rendesi! L’arretratezza del Sud è figlia anche, chiaramente non solo ma anche, delle decisioni prese in passato da Roma di non volerci rendere autonomi con investimenti che avrebbe potuto farci sviluppare le nostre risorse e renderci autosufficienti:abbiamo quasi esclusivamente uffici pubblici; siamo da sempre, sostanzialmente, un grosso bacino di voti. Con la classe politica parlamentare che doveva comunque curare i rapporti sul territorio e stare vicino alla gente. ​​​​​​​​​​    

Oggi però la musica è cambiata perché non si possono più affollare gli uffici pubblici ma anche perché le assurde ultime due leggi elettorali per il Parlamento non consentono di poter scegliere nominalmente i candidati date le liste bloccate dai segretari nazionali di partito. Per cui costoro sono maggiormente occupati a tessere rapporti con i vertici romani e poco stanno sul territorio a contatto con la gente.                                

Camminando invece per il territorio, ascoltando la gente, confrontandosi sulle molte questioni, soprattutto quelle locali, è roboante la richiesta di attenzione da parte dei cittadini che sentono lontani i rappresentanti delle istituzioni. ​​​​​​​​​​​ Oltre alla nostra iniziativa di Comitato di cittadini che si occupa principalmente, per costituzione, di singoli problemi sul territorio, si sente la mancanza, un grossissimo vuoto, dei Comitati di quartiere, di quelle piccole assemblee rionali presso le quali riunirsi per discutere, portare all’attenzione dell’Amministrazione e suggerire magari soluzioni circa le difficoltà o organizzare eventi e attività.​​​​​​      

E’ vero che dove sono attivi presentano in alcuni casi delle criticità la principale delle quali è il rischio che si trasformino in  incontri politici pro o contro l’amministrazione comunale pilotati specularmente da chi li presiede; ma queste negatività potrebbero essere monitorate con adeguati regolamenti che dovrebbero principalmente prevedere la rotazione velocissima, tipo ogni tre mesi, dei presidenti e degli altri organi direttivi del Comitato stesso per scoraggiare a proporsi per queste cariche chi ha altri fini e per non dare a nessuno la possibilità di stare troppo tempo in funzione per essere in grado di indirizzarne troppo sul personalistico la gestione. ​​​​​​​​​​​Un’amministrazione comunale con l’istituzione dei Comitati di quartiere darebbe sicuramente un buon segnale di contiguità ai propri cittadini».

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