ARCAVACATA DI RENDE (CS) – Al Master in Intelligence dell’Università della Calabria è stato di scena Umberto Gori, Professore Emerito dell’Università di Firenze e primo docente in Italia ad avere ricoperto una cattedra di relazioni internazionali. Introdotto dal Direttore del Master Mario Caligiuri, Gori ha invitato ad «accettare le incertezze e sviluppare la resilienza per giungere ad analizzare la contemporanea società della disinformazione». «Attualmente – ha affermato – ci troviamo in quella che viene definita da Luciano Floridi come iperstoria, dove il benessere collettivo dipende dall’efficace ed efficiente gestione del ciclo di vita dell’informazione. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno evidentemente segnato la differenza tra ciò che eravamo e ciò che siamo e che potremmo essere». Il professore ha poi proseguito ricordando che ai quattro ambienti di dominio naturali, rappresentati da terra, mare, cielo e spazio, a partire dagli anni ’90 se ne è ha aggiunto un quinto, creato dall’uomo: il cyberspazio. In questa nuova dimensione – ha spiegato – si annullano spazio e tempo e si sviluppano maggiormente le relazioni sia in termini di cooperazione che di conflittualità. Spaziando da Copernico a Turing, Gori ha poi analizzato le più importanti teorie che hanno cambiato la storia dell’uomo, passando da Hobbes a Copernico, da Darwin a Freud. Analizzando le relazioni internazionali, Gori si è poi soffermato sull’attuale problema della democrazia politica, economica e sociale. Infatti, dall’ordine storico stabilito dalla pace di Vestfalia del 1648 agli accordi di Bretton Woods del 1944 è cambiata tutta la scena internazionale, che oggi vede l’entità statale molto indebolita. Il sistema internazionale – secondo il docente – accusa da un lato trasformazioni macroscopiche, da intendersi come desuetudine dei processi tipici, e dall’altro lato risente della nascita della politica post-internazionale, che contribuisce a generare turbolenze, caos ed incertezza.
Gori ha poi declinato gli scenari futuribili, ipotizzando un assetto geopolitico in cui attori non statali sostituiranno le Nazioni nella soluzione di problemi mondiali. Infine Gori ha sviluppato i concetti di Information, Cyber e Hybrid Warfare affermando che il vero pericolo degli Stati è costituito dagli attacchi cibernetici. A questi ultimi si può reagire, accettando le perdite (che sembra essere la soluzione finora preferita dalle aziende), rafforzando le infrastrutture per evitare perdite future, oppure abbandonando gli strumenti informatici. Non appare anacronistico allora l’investimento dei servizi segreti russi in macchine da scrivere per le comunicazioni più riservate. «La strategia – ha concluso Gori – deve avere lo scopo di reagire all’incertezza per calcolare in anticipo le azioni della controparte. In questo senso prevedere sarà sempre più difficile ma sempre più necessario». Non poteva che concludersi con il riconoscimento della insostituibile funzione predittiva dell’intelligence la lezione di Umberto Gori, che ha poi risposto alla numerose domande degli studenti.