CATANZARO – I contenuti dell’atto aziendale dell’Azienda provinciale di Catanzaro, la situazione del presidio ospedaliero “Pugliese-Ciaccio”, la riorganizzazione della rete territoriale sanitaria ed un impegno per la modifica del decreto commissariale numero 30 volto ad intervenire sul ridimensionamento delle unità interessate che tenga conto delle esigenze del territorio. Sono questi alcuni degli argomenti affrontati nel corso del proficuo confronto, sollecitato dal presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, al commissario straordinario dell’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, Giuseppe Panella, al direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Perri, e al direttore sanitario dell’Asp, Carmine Dell’Isola. Nella riunione che si è tenuta nella sede della Provincia di Catanzaro, nella sua relazione il presidente Bruno ha evidenziato la necessità di mantenere elevata la qualità dei livelli essenziali di assistenza, attraverso riorganizzazione, razionalizzazione e potenziamento delle strutture esistenti sul territorio, senza penalizzare le aree interne, nel quadro della difficile situazione della sanità calabrese determinata dall’attuazione del Piano di rientro.
Bruno ha anche suggerito l’opportunità di rilanciare l’assistenza domiciliare nel quadro di una riorganizzazione dei servizi che punti alla deospedalizzazione, attenzionando i territori. In particolare, secondo il presidente della Provincia di Catanzaro, è necessario puntare sulla medicina del territorio, che si articola attraverso strutture fondamentali come le Case della Salute, e garantisce una continuità assistenziale che favorisce i processi di de-ospedalizzazione. «E’ necessario arrivare a al superamento di ricoveri impropri, che possono essere contenuti anche dal buon funzionamento del Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza Medica: il 118 nel nostro territorio mantiene lo standard richiesto a livello nazionale – ha detto ancora il presidente Bruno -. Il contenimento della spesa laddove opportuno deve permettere di investire sul mantenimento degli ospedali aziendali come quello di Lamezia Terme, di Soverato e Soveria Mannelli e non già su un ridimensionamento che risulterebbe dannoso per molti territori. Se non si interviene immediatamente si rischia la chiusura di una struttura importante come il punto nascite di Lamezia, e la penalizzazione di un territorio che va dalla Locride alle Preserre, servito dall’ospedale di Soverato: si tratta di realtà su cui investire.».
In merito alla situazione dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, si è preso atto di una riflessione delle istituzioni in atto sul percorso di integrazione in Azienda Unica con il Mater Domini. Da scongiurare la riduzione delle unità operative fondamentali, dei posti letto, e dell’offerta sanitaria dello stesso, portando così alla perdita dei requisiti di Azienda Ospedaliera di II livello. Il commissario straordinario Panella ha ribadito che il percorso dell’integrazione su tre poli sembra essere ormai acquisito, e che comunque nel prossimo Atto Aziendale tali unità operative saranno mantenute all’interno dell’Azienda, nonostante sia in contrasto con il decreto 30 del commissario Scura, a tutela dei servizi e dell’offerta sanitaria che il nosocomio regionale potrà erogare ai cittadini della regione Calabria.
In merito all’atto aziendale dell’Asp di Catanzaro, sulla quale nei giorni scorsi sono state alimentate polemiche che hanno allarmato inutilmente la collettività, il direttore generale Perri e il direttore sanitario Dell’Isola hanno ribadito che non è stata ridotta alcuna attività assistenziale nella città di Catanzaro e che l’unica riduzione è di qualche incarico dirigenziale.
La funzione propria dell’atto aziendale è quella di delineare l’organizzazione ed il funzionamento delle Aziende. L’atto aziendale, infatti, è espressione di autogoverno imprenditoriale, che deve essere inteso secondo i criteri, principi e logica di diritto comune, che delinea il percorso organizzativo e funzionale della stessa azienda, in conformità ai nuovi processi delineati dalle apposite normazioni in materia tutte richiamate nei Decreti del Commissario ad Acta al piano di rientro. Uno dei principi ai la direzione dell’Asp si è attenuta è stato quello della classificazione delle unità operative nel rispetto della corrispondenza nel “peso” che le stesse unità operative hanno nell’organizzazione in termini di attività, di risorse gestite, di valore strategico. “Altro criterio al quale ci si è doverosamente ispirati – hanno ribadito Perri e Dell’Isola – è stato quello di attribuire ad ogni disciplina una autonomia organizzativa e clinico assistenziale evitando, ove possibile, l’istituzione di strutture semplici sotto-ordinate a strutture complesse dirette da dirigenti di diversa disciplina o situate in presidi o distretti diversi”. Perri e Dell’Isola hanno rassicurato il presidente Bruno in merito alla paventata chiusura di servizi ed attività: l’atto aziendale non indica le attività da svolgere nelle diverse sedi aziendali, ma individua le strutture organizzative per le quali è individuato un incarico dirigenziale di struttura semplice o complessa. Non è prevista, ad esempio, alcuna chiusura dell’Umberto I e dei poli sanitari dell’azienda, come veicolato negli ultimi giorni, ma solo una diversa afferenza gerarchica degli stessi a unità operative distrettuali denominate Cure Primarie e che a differenza del precedente assetto sono individuate come strutture complesse. Il presidente Bruno si è dichiarato soddisfatto dell’esito del confronto, rimarcando il proprio sostegno all’azione dei vertici delle due Aziende.
In merito alla situazione dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, si è preso atto di una riflessione delle istituzioni in atto sul percorso di integrazione in Azienda Unica con il Mater Domini. Da scongiurare la riduzione delle unità operative fondamentali, dei posti letto, e dell’offerta sanitaria dello stesso, portando così alla perdita dei requisiti di Azienda Ospedaliera di II livello. Il commissario straordinario Panella ha ribadito che il percorso dell’integrazione su tre poli sembra essere ormai acquisito, e che comunque nel prossimo Atto Aziendale tali unità operative saranno mantenute all’interno dell’Azienda, nonostante sia in contrasto con il decreto 30 del commissario Scura, a tutela dei servizi e dell’offerta sanitaria che il nosocomio regionale potrà erogare ai cittadini della regione Calabria.
In merito all’atto aziendale dell’Asp di Catanzaro, sulla quale nei giorni scorsi sono state alimentate polemiche che hanno allarmato inutilmente la collettività, il direttore generale Perri e il direttore sanitario Dell’Isola hanno ribadito che non è stata ridotta alcuna attività assistenziale nella città di Catanzaro e che l’unica riduzione è di qualche incarico dirigenziale.
La funzione propria dell’atto aziendale è quella di delineare l’organizzazione ed il funzionamento delle Aziende. L’atto aziendale, infatti, è espressione di autogoverno imprenditoriale, che deve essere inteso secondo i criteri, principi e logica di diritto comune, che delinea il percorso organizzativo e funzionale della stessa azienda, in conformità ai nuovi processi delineati dalle apposite normazioni in materia tutte richiamate nei Decreti del Commissario ad Acta al piano di rientro. Uno dei principi ai la direzione dell’Asp si è attenuta è stato quello della classificazione delle unità operative nel rispetto della corrispondenza nel “peso” che le stesse unità operative hanno nell’organizzazione in termini di attività, di risorse gestite, di valore strategico. “Altro criterio al quale ci si è doverosamente ispirati – hanno ribadito Perri e Dell’Isola – è stato quello di attribuire ad ogni disciplina una autonomia organizzativa e clinico assistenziale evitando, ove possibile, l’istituzione di strutture semplici sotto-ordinate a strutture complesse dirette da dirigenti di diversa disciplina o situate in presidi o distretti diversi”. Perri e Dell’Isola hanno rassicurato il presidente Bruno in merito alla paventata chiusura di servizi ed attività: l’atto aziendale non indica le attività da svolgere nelle diverse sedi aziendali, ma individua le strutture organizzative per le quali è individuato un incarico dirigenziale di struttura semplice o complessa. Non è prevista, ad esempio, alcuna chiusura dell’Umberto I e dei poli sanitari dell’azienda, come veicolato negli ultimi giorni, ma solo una diversa afferenza gerarchica degli stessi a unità operative distrettuali denominate Cure Primarie e che a differenza del precedente assetto sono individuate come strutture complesse. Il presidente Bruno si è dichiarato soddisfatto dell’esito del confronto, rimarcando il proprio sostegno all’azione dei vertici delle due Aziende.