SERRA D’AIELLO/AMANTEA – «Saranno i cittadini di Serra d’Aiello e della frazione di Campora San Giovanni (Amantea) a decidere la nascita del futuro comune di Temesa. Il Tar Calabria ha rigettato il ricordo contro la proposta di Legge regionale istitutiva della nuova realtà municipale che vede inglobate sotto un unico emblema civico le comunità serrese e camporese accomunate da sempre da un’unica radice storica, culturale e identitaria».
È quanto dichiara il Presidente del Gruppo UDC in Consiglio regionale e firmatario della proposta di legge regionale n.54/12° recante la “Modifica dei confini territoriali dei comuni di Serra d’Aiello e Amantea della provincia di Cosenza”, Giuseppe Graziano.
«Saluto con soddisfazione – dice Graziano – la decisione del Tribunale amministrativo regionale della Calabria che, attraverso il presidente e l’estensore della Prima sezione, i giudici Giancarlo Pennetti e Arturo Levato, proprio stamani (giovedì 22 settembre) si è pronunciato rigettando il ricorso avanzato dal Comune di Amantea contro l’effettuazione del referendum consultivo obbligatorio deliberato dal Consiglio regionale della Calabria il 6 giugno scorso».
«Sono soddisfatto perché grazie a questa decisione, di fatto, non si sovverte un principio cardine della democrazia che è quello della partecipazione popolare. Alle istituzioni, infatti, spetta il compito della proposta, delle scelte e del governo; ai cittadini, invece, quello del giudizio. Ed è questo principio che ispira non solo la proposta regionale di modifica dei confini territoriali dei comuni di Amantea e Serra d’Aiello e la nascita del nuovo comune di Temesa, nata proprio raccogliendo le istanze dei cittadini; ma anche la scelta finale su questa decisione. Che spetta appunto al popolo. E questa – ribadisce Graziano – è l’unica vera cosa che conta».
«Dispiace – aggiunge – che in questa battaglia alcune parti delle istituzioni e dell’opinione pubblica abbiano scelto la via del boicottaggio, alle volte praticando anche la via della mistificazione dei fatti. La proposta di legge che è stata licenziata favorevolmente dal Consiglio regionale diventerà strumento irreversibile qualora la consultazione delle urne darà esito favorevole all’iter normativo tracciato. Ma non possono essere le oligarchie politiche a decidere su un passaggio delicatissimo per il futuro delle due comunità, tantomeno ad impedire il naturale iter democratico previsto dalle regole costituzionali. Bene ha fatto, allora – conclude Graziano – il Tar Calabria ha tenere alta la barra della legalità e della giustizia garantendo ai cittadini di esprimere un parere autorevole, libero e di coscienza».