COSENZA – In merito alla visita del Ministro dell’Interno Matteo Salvini nelle regioni meridionali si riporta di seguito il commento di Mario Caligiuri, professore dell’Università della Calabria, pubblicato in prima pagina sul “Quotidiano del Sud”, diretto da Roberto Napoletano:
«In una situazione del genere dove la maggioranza fa anche l’opposizione a sè stessa, quello di cui non abbiano proprio bisogno è di acuire le fratture tra il Nord e il Sud del Paese. È questa la vera questione italiana, appena confermata dai dati invalsi sulle competenze scolastiche, dove viene fotografato l’abisso tra le due parti d’Italia e che i voti dei diplomati, nel loro paradosso, rendono ancora più evidente. L’Italia è divisa di fatto. Le stesse elezioni politiche di un anno fa hanno confermato un Meridione penta stellato fino al punto che c’erano più voti che candidati e un Centro Nord dove la Lega riusciva a incunearsi pesantemente in quelle che una volta erano le regioni “rosse a prescindere”».
«Certo è facile erogare servizi – prosegue – avendo per di più maggiori trasferimenti statali rispetto al Sud in base alla spesa storica, come sta dimostrando la straordinaria battaglia, triste, solitaria y final, del “Quotidiano del Sud”. Certo ciò non assolve le classi dirigenti del Mezzogiorno che dall’Unità in poi tutto hanno fatto tranne che, salve poche eccezioni, rappresentare i reali interessi di chi li ha espressi. Dati alla mano. Adesso Salvini parte alla conquista delle regioni del Meridione. In questa sua campagna d’agosto, sarà stato sicuramente orientato dalla “bestia” è cioè dal potente apparato informatico che attraverso il web monitora un’opinione pubblica composta al 75 per cento da chi non comprende una semplice frase in italiano. E ovviamente di più al Sud che al Nord. Il Mezzogiorno ha il problema storico delle sue classi dirigenti, come evidenziato a suo tempo sia da Benedetto Croce che da Luigi Sturzo e Gaetano Salvemini. Dubito assai che la Lega possa improvvisamente sopperire a questa carenza, così come finora non l’ha fatto il movimento Cinque Stelle, tranne lodevoli casi a me noti. Da meridionali intellettualmente onesti non possiamo che guardare con attenzione anche a Salvini che si pone il legittimo obiettivo di aumentare i consensi nel Mezzogiorno. Personalmente lo potrei interpretate anche come un atto di responsabilità verso regioni che storicamente non riescono a valorizzare i propri talenti e le proprie risorse. Ma questo può avvenire solo con politiche serie che vadano in profondità, superando la levità dei tweet e degli slogan. Oggi si dirà che la politica si fa principalmente in questo modo. È verissimo: solo che così si vincono solo le elezioni ma non si risolvono i problemi».
E conclude: «Salvini oggi, domani non sappiamo, ha il consenso per proporre scelte coraggiose che vadano in direzione del superamento delle due Italie. Intende farlo o punta solo a vincere le prossime consultazioni? Da questo dipenderà il suo futuro: quello di uomo di Stato o di meteora della politica».