COSENZA – «Siamo alle requisizioni di case stile anni ’20. Dopo sette anni di inattività e parecchie decine di crolli che hanno messo in serio pericolo i residenti, i commercianti e chi il centro storico lo vive veramente, l’amministrazione comunale di Cosenza con a capo il sindaco Occhiuto, lancia l’ennesimo sasso nello stagno per creare un pò di confusione e distrarre l’opinione pubblica dall’ultimo colpo di grazia dato con la ZTL, alla Città Storica, grazie anche a consiglieri complici di questa politica che ha reso desertiche ancora più di prima le strade della nostra città vecchia. Il sindaco Mario Occhiuto- prosegue il Movimento cattolico NOI- lancia l’ennesima trovata pubblicitaria, quella dei sequestri di immobili stile anni ’20, come ai tempi delle dittature, per poi ristrutturarli e donarli chissà a chi. Si preannunciano tempi di ricorsi e cause civili. Intanto però l’amministrazione Occhiuto attua azioni concrete e immediate, veloci e senza parlare o discuterne prima con nessuno; senza confrontarsi democraticamente con i commercianti, i residenti che conoscono il centro storico per davvero e che da esso ne traggono risorsa vitale da cui dipendono famiglie. La chiusura del centro storico rischia di essere l’ennesimo atto criminale contro cui si sono schierati movimenti e partiti, associazioni e residenti, ultimamente anche il Presidente della Provincia di Cosenza e la Curia hanno detto NO alla ZTL. Ciò nonostante il dialogo viene negato dal Comune di Cosenza. Si preferisce continuare con annunci spot come se si fosse ancora eternamente in campagna e lettorale. Ogni giorno si dicono cose diverse. É passato il tempo delle demolizioni a tappeto, oggi sembra arrivare quello dei sequestri. L’Amministrazione comunale, piuttosto, pensi a portare nel Centro Storico servizi concreti, come per esempio il trasferimento di due o più assessorati con uffici perché il centro storico possa essere vissuto, frequentato e vivificato quotidianamente da migliaia di cittadini. Si pensi ad offrire servizi e fare meno feste che servono solo a pochi amici di amministratori che nel centro storico neanche ci vivono».