A Valerio Zurlini, uno dei più originali ma anche più dimenticati registi italiani, è dedicato un evento imperdibile per tutti gli amanti del cinema d’autore.
L’appuntamento è per mercoledì 22 luglio alle ore 21.15 all’Arena Mibact (Piazza Santa Croce in Gerusalemme, 9 \A), nel suggestivo parco archeologico retrostante la basilica. Si tratta probabilmente della serata più interessante proposta all’interno della rassegna “Amarcord 35 mm” curata da Graziano Marraffa e promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali insieme con Cinecittà-Luce, il Centro Sperimentale di Cinematografia e la Cineteca Nazionale. Dopo una selezione di trailers d’epoca, a fare gli onori di casa sarà Massimo Forleo, responsabile con Massimo Piazza del progetto cinema della quinta edizione di “Santa Croce Effetto Notte”. La figura artistica e l’opera di Valerio Zurlini (1926-1982) saranno illustrate in apertura da Ugo G. Caruso, storico del cinema, che già in passato aveva avuto modo di occuparsi del regista bolognese. Curiosamente di questi sarebbe dovuto essere il giovanissimo assistente nel 1982 per il film “Il nipote di Beethoven”, più volte rinviato a causa della malattia del regista, morto poi nell’ottobre di quell’anno. Subito dopo sarà la volta di Guido Lombardo, figlio del celebre produttore della Titanus, Goffredo Lombardo, che testimonierà del rapporto di grande stima e d’amicizia che il padre intrattenne con Zurlini, di cui realizzò alcuni dei film più importanti. Il programna prevede quindi la riproposizione di due tra i titoli più significativi della sua filmografia: “La prima notte di quiete” (1972) e “La ragazza con la valigia” (1961).
Scritto con Enrico Medioli ed ideale terzo capitolo di un trittico rimasto irrealizzato, “La prima notte di quiete” ebbe alla sua uscita un grande successo di pubblico segnando fortemente la generazione del post ’68 probabilmente anche per le sue atmosfere “esistenzialiste” nonché per il cast sontuoso e di grande fascino: Alain Delon, Sonia Petrova, Giancarlo Giannini, Lea Massari, Adalberto Maria Merli, Renato Salvatori, Nicoletta Rizzi, Alida Valli e Salvo Randone. Il film racconta l’incontro di due esistenze sbandate, quella di Daniele Dominici, intellettuale randagio e autodistruttivo con la sua alunna Vanina, adolescente già corrotta e dal destino sociale segnato. Tra i due divamperà un amore impossibile, contrastato dall’ambiente e da un fato avverso. Intorno a loro, sullo sfondo di una Rimini insolitamente invernale e piovosa, una sgangherata combriccola di vitelloni cinici e dediti irrimediabilmente al gioco, all’alcool e al sesso, consuma stancamente i suoi riti, senza speranza di redenzione.
Il secondo film proposto, “La ragazza con la valigia” presenta invece l’intenso ritratto femminile di Aida Zepponi, una soubrette che nel corso di un’estate si mette alla ricerca tra Parma e Riccione dell’uomo che l’ha appena scaricata. Il fratello di questi, Lorenzo, un romantico sedicenne, l’aiuta con un piccolo prestito, rimanendone attratto. La donna sembra abbandonarsi a quell’amore sincero ma senza futuro quando viene nuovamente abbindolata da un volgare produttore romano… Anche qui il cast è notevole e intorno ad una strepitosa Claudia Cardinale, sensuosa e carnale, Zurlini, regista di paesaggi ma anche grande direttore d’attori, fa ruotare Jacques Perrin, Corrado Pani, Riccardo Garrone, Gian Maria Volontè, Romolo Valli, Elsa Albani, Enzo Garinei, Edda Soligo, Ciccio Barbi.
Un appuntamento prezioso dunque che si propone come punto di partenza per altre iniziative volte a far conoscere l’esigua (otto film in ventidue anni) ma importante opera filmica di un cineasta appartato ed estraneo ai circoli mediatici, frenato troppe volte dalle disavventure produttive e poi definitivamente da una morte precoce. Un regista, insomma, che merita invece di essere rivisto, studiato e ricollocato definitivamente nel posto che gli spetta di diritto tra i grandi autori del cinema italiano.