COSENZA – A quasi un mese dall’inizio della stagione dei saldi estivi, il Centro Studi di Confcommercio Cosenza ha tracciato un primo bilancio sull’andamento delle vendite di fine stagione per verificare il livello di soddisfazione dei commercianti e dei consumatori della provincia di Cosenza.
L’Ufficio Studi di Confcommercio Nazionale per quest’anno ha stimato che ogni famiglia italiana spenderà in media 237 euro per abbigliamento ed accessori, con un acquisto medio per persona pari a circa 101 euro e un aumento del 2% rispetto all’anno precedente.
VALORE DEI SALDI PER L’ABBIGLIAMENTO E LE CALZATURE – ESTATE
2013 2014
Valore dei saldi estivi (miliardi di euro) 3,6 3,7
Incidenza (%) dei saldi estivi sulle vendite totali dell’anno 12,0 12,0
Numero famiglie italiane (milioni) 24,4 25,8
Numero famiglie che acquista in saldo (milioni) 15,7 15,4
Acquisto medio a famiglia per saldi estivi (euro) 229 237
Numero medio dei componenti di una famiglia 2,3 2,3
Acquisto medio per persona (euro) 99 101
Sulla base di queste stime è stata effettuata un’indagine conoscitiva per individuare la dimensione della spesa media, comprendere le dinamiche dei processi d’acquisto dei consumatori e il grado di soddisfazione dei negozianti della provincia di Cosenza.
A tal proposito, l’analisi è stata realizzata su un campione rappresentativo di aziende dei settori dell’abbigliamento, dei prodotti per la casa, delle calzature e accessori, oltreché su un campione di persone rappresentative del mondo dei consumatori. Sono stati somministrati due questionari: uno prima dell’inizio dei saldi, per analizzare le aspettative di consumatori ed imprenditori; l’altro dopo tre settimane per monitorare l’andamento delle vendite.
Dall’indagine condotta, emerge che prima dell’inizio dei saldi le aspettative degli imprenditori erano particolarmente alte: veniva riposta infatti grande speranza negli effetti positivi del bonus di 80 euro in busta paga. Il 62% degli intervistati, prima del 5 luglio, riteneva i saldi “fondamentali” nel determinare i volumi di vendita della stagione ed il 20% li considerava “rilevanti”.
Il 48% degli imprenditori li considerava come un’opportunità per incrementare gli incassi.
Nonostante le aspettative, il bilancio non può considerarsi particolarmente roseo. Dopo tre settimane il 70% degli intervistati ha registrato un calo delle vendite compreso tra il 3% ed il 10%, rispetto all’anno precedente evidenziando così un trend negativo e solo il 15% del campione ha riscontrato una certa stabilità o un lieve incremento.
Molti negozianti evidenziano che con il livello particolarmente alto di sconti applicati, si è ridotta notevolmente la possibilità di realizzare degli utili. E anche se venisse confermato l’aumento di fatturato medio previsto del 2%, questo da solo non basterebbe a recuperare le perdite registrate dall’inizio del 2014, che ammontano al 3,34%.
È evidente che sull’andamento delle vendite sta incidendo il generale contenimento della spesa delle famiglie. Per il 40% delle famiglie intervistate la soglia massima di spesa durante tutta la stagione dei saldi estivi sarà di 210 euro e lo scontrino medio pro capite, fino ad ora, è stato tra 50 euro e 100 euro, dato comunque in linea con le previsioni nazionali.
Per quel che riguarda i consumatori la metà degli intervistati prevede di mantenere invariato l’ammontare di spesa complessiva nel periodo dei saldi estivi rispetto all’anno precedente.
Il direttore di Confcommercio Cosenza, Maria Cocciolo, nel commentare i dati rilevati dal Centro Studi ha affermato: “Il bilancio in questo momento pur non essendo definitivo evidenzia che la propensione agli acquisti delle famiglie si è raffreddata. Il bonus degli 80 euro non ha avuto quell’effetto sperato di stimolo ai consumi che serviva tanto all’economia. I dati ci dicono che i risultati migliori arrivano dai centri e dalle vie commerciali più importanti della provincia, mentre continuano le criticità delle periferie e dei centri minori”.
“I saldi – ha concluso il direttore Cocciolo – dimostrano di mantenere ancora un forte richiamo per i consumatori, ma in questo quadro economico complessivo bisognerà lavorare ancora tanto affinché tornino ad essere un’opportunità per gli imprenditori e non solo uno strumento necessario ad incrementare la liquidità per pagare fornitori”.