FUSCALDO (CS) – Alle prime luci dell’alba, i militari della Compagnia Carabinieri di Paola, Aliquota Radiomobile, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo avente ad oggetto un impianto industriale, ubicato nell’area urbana del Comune di Fuscaldo e destinato all’effettuazione di trattamenti superficiali di ossidazione anodica, elettrocolorazione e verniciatura su profili in alluminio, produzione di accessori per serramenti, trasformazione e commercializzazione di sistemi in alluminio per architettura.
Il decreto, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Paola, a seguito di richiesta formulata dalla locale Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Pierpaolo BRUNI, costantemente impegnata nella prevenzione e repressione dei reati in materia ambientale, è stato notificato all’Amministratore unico e legale rappresentante della società preposta alla gestione del citato impianto industriale. Allo stato risulta indagato per il reato di cui all’art. 137 – “Scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose” – delle Norme in materia ambientale – D. Lgs. 152/2006.
Verso la fine del mese di dicembre 2018, i militari della Compagnia Carabinieri di Paola, Aliquota Radiomobile, impegnati in mirate attività di prevenzione e repressione dei reati in materia ambientale, avevano notato un tubo posticcio, in materiale plastico e di colore giallo, che, fuoriuscendo da uno dei capannoni del suddetto complesso industriale, correva lungo l’area parcheggio prospiciente per poi entrare nella vegetazione posta sull’argine di un vicino torrente.
Insospettiti dalla circostanza, i militari operanti, essendo forte il sospetto che potessero essere in atto illecite operazioni di scarico di acque reflue industriali, procedevano all’individuazione dell’estremità della tubazione. Tale attività ha consentito di accertare che tramite il suddetto tubo, del diametro di circa 8,00 centimetri e della lunghezza complessiva di 55,00 metri, grazie all’azione di un’elettropompa industriale ad aspirazione, era in atto, in assenza delle previste autorizzazioni amministrative, lo sversamento nell’alveo del vicino torrente – a circa 200 metri dal punto di sbocco nel mare – di sostanza liquida incolore e dall’odore acre. La sostanza liquida in analisi veniva attinta da una vasca del ciclo di lavorazione dell’impianto industriale oggi posto in sequestro, della capacità di circa 10.000 litri complessivi, che al momento dell’accertamento risultava piena per circa la metà della propria capacità complessiva.
Nell’immediatezza, i militari ponevano fine all’illecito scarico della sostanza mediante disattivazione dell’alimentazione elettrica della pompa ad aspirazione collegata al tubo di scarico ed al contestuale sequestro d’urgenza del dispositivo.
L’esito delle successive analisi di laboratorio condotte sui prelievi e campionamenti eseguiti dell’ARPACAL del Dipartimento Provinciale di Cosenza sul sito di interesse (area a valle in prossimità del tubo di scarico – punto di scarico dell’impianto di depurazione – la vasca del ciclo produttivo dello stabilimento) ha consentito di evidenziare il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione – CSC – previste dal D. L.vo 152/2006 – tra le 4 e le 6 volte, dei parametri SELENIO ed ALLUMINIO. Le analisi condotte sui campionamenti effettuati all’interno della vasca del ciclo produttivo dello stabilimento, hanno cristallizzato un pH molto acido, inferiore al minimo previsto dal D. L.vo 152/2006, delle acque reflue oggetto di scarico.