COSENZA – È in corso di esecuzione un’Ordinanza di applicazione di misure cautelari personali del divieto di dimora – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Cosenza su richiesta di questa Procura della Repubblica – nei confronti di nr. 6, tra dirigenti ed ex dirigenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, per i reati di “abuso ‘ufficio” e “falso in atto pubblico”.
I NOMI
Si tratta di Raffaele Mauro ex direttore generale dell’Asp di Cosenza, Luigi Bruno ex direttore amministrativo dell’Asp e Francesco Giudiceandrea, per i quali è stato eseguito il divieto di dimora in Calabria. Per Remigio Magnelli direttore dipartimento Tecnico Amministrativo, Giovanni Lauricella dirigente U.O.C. Affari Legali e Contenzioso, e Maria Marano è stato disposto il divieto di dimora a Cosenza. Le accuse sono di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Tra gli indagati anche gli ex commissari della sanità calabrese Massimo Scura e Saverio Cotticelli e Antonio Belcastro ex direttore generale del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria.
Abuso d’ufficio e falso in bilancio
Dal 2015 al 2017 secondo gli accertamenti dei finanzieri, non sono state riportate in bilancio le cifre relative al contenzioso legale che ammonta ad oltre mezzo miliardo di euro. I conti dell’Asp di Cosenza, tra il saldo di cassa effettivo disponibile e quello risultante in bilancio legato a 54 milioni di euro di “sospesi di cassa” ovvero somme non più disponibili perché già pagate per effetto di pignoramenti presso terzi, ottenuti dai creditori in sede giudiziaria nei confronti dell’Asp. Dunque, la situazione debitoria dell’Asp è più grave di quanto emerge dai bilanci. Le anticipazioni di cassa erano una modalità molto utilizzata dagli indagati.
A completare un quadro disastroso anche la mancata contabilizzazione degli incassi dei crediti vantati, e la mancata svalutazione e stralcio di quelli inesigibili e l’utilizzo spropositato delle anticipazioni di cassa. Nonostante queste gravi irregolarità e i pareri negativi del collegio sindacale, i bilanci del triennio 2015-2017 sono stati comunque approvati dagli organi di controllo istruttorio. I bilanci erano così falsi che dal 2018 in poi, non è stato più possibile redigerli e non sono stati più di conseguenza approvati.
Dalle indagini emerge anche “l’arbitraria attribuzione di incarichi di responsabilità di unità organizzative all’interno dell’ASP” attraverso procedure di mobilità errate e in assenza di requisiti validi a ricoprire il ruolo di responsabilità. Secondo quanto emerge dalle indagini a ricoprire il ruolo dell’Unità operativa semplice protesica, venne affidato ad un soggetto che non aveva le competenze ma poteva gestire svariati milioni di euro.