Concorsi truccati alla “Mediterranea”: interdetti il rettore, 6 docenti e 2 dipendenti

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REGGIO CALABRIA – L’operazione è stata ribattezzata “Magnifica” e vede, tra le persone sottoposte alla misura cautelare del divieto temporaneo all’esercizio del pubblico ufficio, anche l’attuale Rettore dell’Università Mediterranea, Santo Marcello Zimbone, sottoposto ad una misura interdittiva della durata di 10 mesi, ed il suo predecessore e attuale prorettore vicario, Pasquale Catanoso, interdetto per 12 mesi. Nei confronti di quest’ultimo è stato anche disposto il sequestro preventivo del valore di circa 4 mila euro.

Sono scattate anche perquisizioni, domiciliari e personali, nei confronti di 23 persone, e sono stati acquisiti sistemi informatici/telematici in uso all’università, e richiesta la consegna di documentazione ritenuta essenziale ai fini probatori.

L’operazione costituisce l’esito di un’articolata indagine che ha consentito di ipotizzare condotte illecite, commesse dal 2014 al 2020. Una vera e propria associazione dedita alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica nella direzione e gestione dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e delle sue articolazioni compartimentali.

Le indagini traggono origine da un esposto, presentato alla Procura reggina da una candidata risultata non vincitrice che segnalava condotte irregolari compiute in occasione dell’espletamento della procedura di valutazione comparativa per un posto di ricercatore universitario. Per tutelare la propria posizione aveva promosso appositi giudizi agli organi di Giustizia Amministrativa ma più volte le sarebbe stato suggerito di rinunciare all’azione giudiziaria intrapresa ed “aspettare il proprio turno” per avere accesso a future opportunità professionali all’interno del Dipartimento.

Dalle indagini sono emersi molteplici e reiterati atti contrari ai doveri d’ufficio di imparzialità, lealtà, correttezza e fedeltà soprattutto in occasione delle varie procedure concorsuali e comparative, nella selezione delle commissioni esaminatrici attraverso la scelta di componenti ritenuti “affidabili” e pertanto idonei a garantire un trattamento favorevole ai singoli candidati scelti “direttamente” o a seguito di “segnalazione”. Posizioni che hanno riguardato ricercatori, professori ordinari e associati, assegnisti di ricerca ma anche le selezioni per l’accesso ai dottorati di ricerca e ai corsi di specializzazione.

Auto di servizio e carte di credito dell’ateneo per fini privati
Accertate anche irregolarità nella gestione delle risorse universitarie: le autovetture di servizio, infatti, venivano sistematicamente sottratte alle loro finalità istituzionali per essere utilizzate ai fini privati, nonché taluni appalti dei lavori edili di manutenzione dei locali universitari venivano assegnati in assenza di apposite procedure di gara e sulla base di false prospettazioni della realtà fattuale. Peraltro, l’indebito utilizzo delle risorse dell’ente e dunque il presunto peculato ha riguardato anche le carte di credito intestate all’Università, utilizzate per pagare spese di natura prettamente personale.

Le accuse sono di associazione a delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato.

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