COSENZA – Giampiero Tarasi, 33 anni, lo scorso 8 marzo, morì in un incidente con la sua moto. A bordo della sua Ducati si schiantò contro le barriere di cemento posizionate su corso Vittorio Emanuele nella zona di Portapiana, in un tratto senza illuminazione e soprattutto senza alcuna segnalazione che indicasse la presenza delle new jersey posizionate per mesi in seguito a una frana. Una morte che ha lasciato nel dolore straziante e nella disperazione i familiari, la fidanzata Federica e gli amici che descrivono Giampiero come una persona estremamente buona, alla quale era impossibile trovare un difetto. Inutile l’intervento dei sanitari del 118 che, arrivati sul posto hanno potuto costatare solo il decesso del giovane.
La città di Cosenza, a distanza di mesi non si dà pace per la prematura scomparsa del centauro di 32 anni. La procura diretta da Mario Spagnuolo ha avviato un’inchiesta per accertare se fossero state adottate tutte le misure precauzionali e di sicurezza per segnalare la presenza delle barriere in cemento. Le indagini si sono concluse ipotizzando delle rilevati negligenze che potrebbero essere ritenute fatali per la morte di Tarasi, indagini che sono state coordinate dal pm Bianca Maria Battini.
Sono notificate dalla polizia giudiziaria gli avvisi di conclusione indagini. Attualmente gli indagati sono 5 dirigenti comunali e due imprenditori accusati, nelle loro funzioni, di non aver garantito la sicurezza sul tratto stradale di corso Vittorio Emanuele nella zona di Portapiana e di non aver apposto l’opportuna segnaletica di cantiere prevista dalla legge. Gli indagati ora, avranno 20 giorni di tempo per produrre memorie difensive e chiedere di essere sentiti dal magistrato.