SAN LORENZO DEL VALLO – Nei giorni scorsi, investigatori della squadra mobile di Cosenza erano andati a perquisire l’abitazione di Essa Costabile, la donna uccisa stamani insieme alla figlia nel cimitero di San Lorenzo del Vallo. Secondo quanto si è appreso, la perquisizione della polizia potrebbe essere stata fatta nell’ambito delle indagini sul ritrovamento di un arsenale a Rende avvenuto nell’aprile scorso. Era stato il figlio della donna, Francesco Attanasio, ad indirizzare gli agenti verso un box all’interno del quale erano state poi trovate le armi. Il box era in uso a Damiano Galizia che fu ucciso dallo stesso Attanasio in quegli stessi giorni a causa – confessò Attanasio agli investigatori – di un credito vantato da Galizia di 17 mila euro che questi voleva incassare. E’ stata una vera e propria esecuzione quella di Essa Costabile 77 anni, e della figlia Ida Attanasio, di 52, raggiunte da colpi d’arma da fuoco all’interno del cimitero di San Lorenzo del Vallo, nel Cosentino. Non ha dubbi al riguardo il procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla. Il magistrato ha disposto alcune perquisizioni domiciliari. Le due donne sono state raggiunte da almeno otto colpi d’arma da fuoco, non si sa se esplosi da una o più persone, quando erano le 10,30 circa. «Chi ha visto parli, collabori con le forze dell’ordine anche in forma anonima – insiste Facciolla – «Nel cimitero c’era tanta gente – ha aggiunto Facciolla – Addirittura la donna più giovane è stata inseguita e finita. Quello che è accaduto potrebbe succedere anche a chi era presente, perché ha visto gli assassini. Quindi potrebbe accadere anche a loro e nessuno li può proteggere». Il Prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao ha convocato il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. All’incontro parteciperanno i vertici delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria. Cinque anni fa San Lorenzo del Vallo è stato teatro di un’altra barbara esecuzione. La sera del 16 febbraio 2011 vennero trucidate nella loro abitazione Rosellina Indrieri, 45 anni, e la figlia Barbara di 26. Rimase ferito il figlio e fratello delle vittime Silos De Marco mentre il capofamiglia, Gaetano De Marco, si salvò perché stava dormendo in un’altra stanza ed i killer non si accorsero di lui. L’uomo, comunque, fu ucciso in un agguato il 7 aprile successivo mentre viaggiava in auto. In quel caso, secondo quanto accertato successivamente dall’inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro che portò all’arresto dei due presunti sicari, si trattò di un’azione di morte di ‘ndrangheta ed in particolare di una vendetta trasversale. Gaetano De Marco, infatti, era fratello di Aldo, un commerciante che il 17 gennaio 2011, al termine di una lite per un parcheggio, uccise Domenico Presta, figlio del boss Franco Presta, all’epoca latitante. La famiglia di Aldo De Marco fu trasferita, ma la vendetta colpì i suoi congiunti. Perché, è la convinzione degli inquirenti, la strage fu ordinata per vendetta da Franco Presta, ritenuto un killer sanguinario. Presta è stato poi arrestato dalla squadra mobile di Cosenza nell’aprile 2012 dopo cinque anni di latitanza. Nei suoi confronti, comunque, non sono stati adottati provvedimenti giudiziari in quella che fu definita “la strage di San Lorenzo”. A far propendere gli inquirenti per questa ipotesi anche alcuni particolari, a cominciare dalla data scelta per l’irruzione a casa di Gaetano De Marco: il trigesimo della morte di Presta. Ed anche la barbarie con cui fu messa in atto l’irruzione indica la stessa pista. Barbara fu raggiunta da un colpo alla schiena mentre tentava una fuga disperata dal balcone ed il suo corpo rimase penzolante dalla ringhiera.