Esponente di ‘ndrangheta e socialmente pericoloso torna in libertà per decorrenza dei termini

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20091101 - ROMA - CRO : CARCERI: SUICIDIO BLEFARI, IMPICCATA IERI SERA CON LENZUOLA. Un interno del carcere di Rebibbia, a Roma, in un'immagine d'archivio. La neo brigatista Diana Blefari Melazzi, condannata all'ergastolo per l'omicidio del giuslavorista Marco Biagi, si e' impiccata ieri sera, attorno alle 22:30, utilizzando lenzuola tagliate e annodate. La donna - secondo quanto si e' appreso - era in cella da sola, detenuta nel reparto isolamento del carcere Rebibbia femminile. Ad accorgersi quasi subito dell'accaduto sono stati gli agenti di polizia penitenziaria che - si e' inoltre appreso - avrebbero sciolto con difficolta' i nodi delle lenzuola con cui la neo brigatista si e' impiccata in cella e avrebbero provato a rianimarla senza pero' riuscirvi. ANSA / ALESSANDRO DI MEO / ARCHIVIO / PAL

REGGIO CALABRIA – Eddy Branca, detenuto di ‘ndrangheta in regime di 41 bis per la sua pericolosità sociale, è stato scarcerato per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva su disposizione del gup del Tribunale di Reggio Calabria. Branca, genero del boss di Archi Giovanni Tegano, era stato arrestato nel 2014 assieme ad Andrea Giungo, un altro dei fiancheggiatori di Tegano. Lo scorso 9 dicembre, in previsione della scadenza dei termini di carcerazione preventiva, il pm distrettuale di Reggio Calabria aveva chiesto ed ottenuto dal gip Domenico Santoro, una nuova ordinanza di custodia cautelare dopo la deposizione di nuovi verbali contenenti le dichiarazioni del pentito Mariolino Gennaro che indicavano Branca e Giungo come due elementi di primo piano nell’organigramma della cosca Tegano. Il provvedimento era stato contestato dai difensori dei due presunti mafiosi, gli avvocati Francesco Calabrese e Francesco Albanese. Nonostante la pericolosità sociale e la detenzione al regime del 41 bis di Eddy Branca, il gup Filippo Aragona ha dovuto prendere atto della scadenza dei termini ottemperando alla scarcerazione come richiesto dai difensori dei due indagati. Per Branca e Giungo, il gup Aragona ha disposto comunque l’obbligo di dimora a Reggio Calabria, con divieto di espatrio, e la presentazione in orari prestabiliti negli uffici della Questura.

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