La Guardia di Finanza di Corigliano Calabro (CS), a conclusione di un’articolata e complessa
attività di indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha smascherato una truffa ai danni dell’INPS, perpetrata da una società di persone e da due ditte individuali, mediante 165 false assunzioni di dipendenti, con un danno alle casse dello stato per circa 800.000 euro. Le imprese presentavano, all’Ente previdenziale, falsi contratti di fornitura del frutto e/o di comodato d’uso gratuito di terreni – riconducibili a soggetti ignari e completamente estranei –
nonché fasulle denunce aziendali trimestrali (D.MAG ed UNILAV), attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai, al fine di consentire l’indebita percezione di indennità di disoccupazione, malattia e maternità. Nel corso delle indagini sono state acquisite informazioni anche dai soggetti estranei al contesto e falsamente indicati nei documenti inoltrati all’INPS dai responsabili delle aziende agricole oggetto di indagini, riscontrando la mancata conoscenza delle false dichiarazioni e dei contratti fasulli redatti. L’analisi documentale ha evidenziato, altresì, la falsa dichiarazione e comunicazione, dal datore di lavoro agli uffici preposti, di circa 20.000 giornate lavorative mai effettuate dai braccianti. Giornate che hanno originato l’indebita corresponsione di indennità ma anche l’indebito conteggio contributivo ai fini del calcolo della pensione di anzianità.
Peraltro è stato accertato che le aziende agricole, a fronte di costi del personale ammontanti complessivamente a circa 1.100.000 di euro, hanno dichiarato, in quattro anni, operazioni attive per soli 180.000 euro, un’attività antieconomica, fondata evidentemente sull’esigenza di conseguire indebite erogazioni pubbliche. Al termine delle indagini, i rappresentanti legali delle tre imprese sono state denunciate alla procura della repubblica di castrovillari per truffa aggravata ai danni dell’ente previdenziale e falso, mentre, i 165 falsi braccianti per il reato di truffa aggravata, in concorso con il fittizio datore di lavoro.
L’attività svolta si inquadra in un più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza per la tutela della legalità economica e la repressione dei reati in materia tributaria e di spesa pubblica, garantendo il mercato da inquinamenti che danneggiano le imprese e i lavoratori onesti e rispettosi delle normative vigenti.