REGGIO CALABRIA -Tra i molteplici risultati conseguiti dalle fiamme gialle, per effetto di quest’azione d’intensificazione dell’attività di contrasto all’economia illegale e sommersa durante l’estate 2016, si evidenzia quello sulla merce contraffatta, con oltre 26 milioni di prodotti irregolari e/o insicuri sequestrati nel corso di oltre 3.500 interventi, che hanno permesso di denunciare 1.600 responsabili e scoprire oltre 400 strutture, fra opifici industriali, depositi e laboratori clandestini.Un concreto esempio in tal senso è rappresentato dall’attività condotta dal Comando Provinciale di Reggio Calabria, nell’ambito dell’operazione denominata “Easy brand”, che ha consentito di smantellare un’intera filiera di produzione e distribuzione di capi d’alta moda e accessori abilmente falsificati, provenienti dalla Turchia, dalla Cina e dalla Romania.L’indagine ha consentito di “privare” il mercato del falso di oltre 150.000 pezzi e sequestrare 4 laboratori clandestini e 25 macchinari industriali; 37 responsabili sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria, 16 dei quali tratti in arresto in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione. Complessivamente sono stati proposti per il recupero a tassazione 13 milioni di euro per ricavi non dichiarati oltre ad un’evasione IVA di circa 3 milioni di euro e la segnalazione di manodopera “in nero”. Più di quattromila i lavoratori irregolari scoperti nel corso di più di 2.000 interventi. In tale ambito è da ricondurre l’operazione a contrasto del fenomeno del “caporalato” eseguita dalle fiamme gialle di Montegiordano , che ha consentito di individuare un extracomunitario, punto di riferimento nella piana di Sibari per quegli imprenditori agricoli che necessitavano di manodopera illegale e a basso costo, risultato in contatto con un latitante e due persone in regime di “protezione” già affiliate ad una ‘ndrina locale. I lavoratori reclutati, alloggiati in stalle adibite a dormitori, in condizioni igienico-sanitarie degradate, erano costretti a lavorare senza precauzioni di sicurezza, percependo una paga inadeguata. Grazie al capillare esame delle transazioni finanziarie è stato ricostruito l’illecito giro d’affari del “caporale”, quantificato in circa 250.000 euro incassati in pochi mesi e trasferiti all’estero soprattutto attraverso servizi di money-transfer. A partire dal 1° luglio, sono stati eseguiti oltre 500 accertamenti presso altrettanti sportelli di money transfer, che hanno posto in risalto, in 140 casi, operazioni di trasferimento di denaro eseguite da soggetti gravati da precedenti di polizia.Soddisfatto il Generale Giorgio Toschi, Comandante Generale della GDF: «Continueremo a operare con controlli serrati e rigorosi nei confronti di chi si pone al di fuori delle regole. Quindi, lotta alle forme di evasione internazionale più gravi e alle grandi frodi fiscali, contrasto alla corruzione e agli sprechi di denaro pubblico e massima attenzione – ha aggiunto l’Autorità di vertice delle fiamme gialle – a tutti i fenomeni che arrecano danno alle imprese e alla società civile, tra i quali vanno certamente annoverati i traffici illeciti, contrabbando, stupefacenti e contraffazione, e il riciclaggio dei proventi illegalmente accumulati dalla criminalità economica e dalle mafie».