Le mani delle cosche nella gestione del centro migranti, 108 rinviati a giudizio

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Un frame tratto dal video rilasciato dall'ufficio stampa delle forze dell'ordine dopo l'operazione coordinata tra Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza che hanno smantellato la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto con il fermo di 68 persone disposto dalla Dda di Catanzaro, 15 maggio 2017. ANSA/UFFICIO STAMPA POLIZIA/CARABINIERI/GDF ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

CATANZARO – La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati nella maxi inchiesta “Jonny” che svelò le infiltrazioni dei clan crotonesi della ‘ndrangheta nella gestione del centro d’accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Isola Capo Rizzuto (Crotone). Sono 108 le persone che finiranno davanti al gup distrettuale di Catanzaro. Tra loro anche l’ex governatore della Misericordia di Isola e della Confraternita Interregionale della Calabria e Basilicata Leonardo Sacco ed il parroco del paese del crotonese don Edoardo Scordio. Durante l’udienza preliminare gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose. Secondo l’accusa, il Cara di Isola era diventato il “bancomat” della cosca Arena. (foto Ansa)

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