LOCRI (RC) – E’ scaturita dall’individuazione di una vasta piantagione di canapa indica in una zona di alta montagna del comune di San Luca, avvenuta nel 2013, l’operazione “Colombiani d’Aspromonte” che stamani ha portato i carabinieri ad arrestare 23 persone ed a sequestrare complessivamente, nel corso dell’indagine, 46 fucili, 8 pistole, 2.420 munizioni, 762 grammi di cocaina, due chili di eroina, 416 grammi di sostanza da taglio, circa 2 quintali di marijuana e 2.419 piante di canapa indica in otto distinte piantagioni. Successivamente sono state trovate altre coltivazioni, consistenti quantitativi di droga già confezionati e pronti per la vendita nonché veri e propri arsenali, nascosti in casolari ed ovili riconducibili a soggetti ritenuti contigui alle cosche di San Luca degli Strangio, detti “Janchi”, e dei Giorgi, detti “Boviciani”, protagoniste della faida di San Luca culminata nella strage di Duisburg, con la morte di sei persone. Gli arrestati, secondo quanto emerso dalle indagini, si sentivano padroni di un territorio reso impenetrabile anche grazie alla presenza di numerose “sentinelle” pronte ad allertarli in caso di arrivo dei militari. Le indagini, condotte dai carabinieri del Gruppo Locri, di San Luca e dello Squadrone eliportato Cacciatori “Calabria”, si sono sviluppate usando tecniche classiche battendo il territorio, e con espedienti innovativi e incursioni notturne condotte anche con l’uso di sofisticate strumentazioni tecniche che hanno permesso agli investigatori di avere un monitoraggio costante di tutti i movimenti e di documentare il compimento di specifici reati. Ciò ha consentito ai militari di penetrare nel territorio aspromontano, oltre a svelare l’esistenza di interi nuclei familiari dediti alla coltivazione di canapa indica mediante la realizzazione di piazzole recintate, fornite di impianti di irrigazione e di essiccatoi. Dalle indagini sarebbero anche emerse le responsabilità degli arrestati, non tutti stabilmente collegati fra loro, nel traffico di droga e di armi, oltre che nell’organizzazione di battute di caccia da frodo nel Parco nazionale dell’Aspromonte con l’uso di armi clandestine e potenti ricetrasmittenti che consentivano loro di segnalare l’eventuale presenza dei militari ed eludere i controlli. Nel corso delle indagini, 15 persone sono state arrestate in flagranza di reato. “In questa operazione anticrimine è importante evidenziare il lavoro sinergico tra le Procure di Locri e Palmi e l’ottimo lavoro svolto, vista l’indagine capillare compiuta sul territorio, dai carabinieri”. A dirlo sono stati i procuratori della Repubblica di Locri e Palmi, Luigi D’Alessio e Ottavio Sferlazza, nel corso di una conferenza stampa a Locri alla quale hanno preso parte anche il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria Lorenzo Falferi ed il comandante del Gruppo carabinieri di Locri Pasqualino Toscani.