COSENZA – Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, ha ricevuto questa mattina un avviso conclusione indagini per bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento di una società di cui era amministratore. (Notizia qui)
In particolare, Occhiuto è accusato di avere distratto dal capitale della società Ofin – fallita nell’ottobre 2014 – oltre tre milioni di euro destinandoli all’aumento di capitale di altre due aziende.
Nell’inchiesta – condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Cosenza e coordinata dalla locale Procura – sono indagati anche Carmine Potestio, socio della Ofin e, in passato, capo gabinetto di Occhiuto al Comune, e la sorella del sindaco, Annunziata, in qualità di amministratore e legale rappresentante della società da settembre a ottobre 2014, data del fallimento. Occhiuto è ritenuto responsabile anche della distrazione di alcuni immobili di cui avrebbe ceduto il contratto di leasing ad altre società a lui riconducibili senza alcun corrispettivo.
Le dichiarazioni del sindaco
«Tengo a precisare che si tratta di una società che ho lasciato non appena diventato sindaco – dichiara in una nota il sindaco -, come tutte le altre in cui ero presente prima dell’elezione al Comune di Cosenza. Non ho ancora avuto modo di visionare gli atti e con il mio legale di fiducia provvederò a fornire i chiarimenti del caso. Appare strano comunque che la notizia della vicenda sia stata diffusa così velocemente da arrivare quasi prima alla stampa che al sottoscritto, sebbene pare che sia stato un esponente politico attualmente al potere ad avere premura di diffonderla immediatamente contattando finanche le televisioni nazionali. Ma posso dire di sentirmi sereno perché dalle ipotesi di accusa sono fatti di cui posso dimostrare una condotta legittima. Certo, ripeto, sono sereno, però resto perplesso, visto che dallo scorso 13 aprile, quando a Lamezia ho annunciato la mia candidatura a governatore della Calabria, ho ricevuto alcune notifiche giudiziarie, una dietro l’altra. Sarà una coincidenza, ma la mia perplessità riguarda la tempistica. Continuerò ad andare avanti tranquillo per la mia strada, con la coscienza a posto e difendendomi nelle sedi opportune, consapevole di avere sempre lavorato nel rispetto delle regole, ispirato a principi di onestà e di bontà. Non posso non rilevare, tuttavia, il rammarico di vivere determinate circostanze in un periodo difficile caratterizzato da movimenti che istigano all’odio e alla gogna mediatica».