COSENZA – Alcuni medici si sono difesi. Altre persone hanno invece ammesso di aver chiesto e ottenuto la prescrizione abusiva dei farmaci psicotropi. E’ la sintesi degli interrogatori di garanzia degli indagati dell’operazione “Fentanil”. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Visconti e condotte dal Nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri di Rende, hanno portato all’emissione di diversi provvedimenti cautelari. Agli arresti domiciliari sono finiti Stefano Natalizio, nato a Bisignano e sorvegliato speciale e Tancredo Ferraro, nato in Germania, ma residente a Bisignano. Gli indagati sono accusati di truffa aggravata. L’attività investigativa ha preso le mosse da un episodio particolarmente grave e allarmante, che ha visto inconsapevole vittima un bambino di 2 anni. Natalizio si è avvalso della facoltà di non rispondere. Alcuni dei medici coinvolti hanno raccontato la loro versione dei fatti al gip Giusy Ferrucci, negando ogni responsabilità. Sentiti, pure, altri indagati residenti a Bisignano che hanno confermato, invece, che si sarebbero negati più volte dai medici e loro avrebbero prescritto in modo abusivo farmaci oppiacei utilizzati per le terapie del dolore nei casi di pazienti oncologici. In serata è arrivata la decisione del gip sull’interdizione dalla professione per sei medici di Bisignano, sospesi per un periodo di tre mesi dalle loro funzioni. I provvedimenti di sospensione sono stati notificati agli interessati degli stessi carabinieri di Rende. I medici sospesi, che hanno un’età compresa tra i 61 ed i 56 anni, sono tutti residenti a Bisignano, nel cosentino. Nei confronti dei sei sanitari, il 5 maggio scorso, era stato anche disposto il sequestro preventivo per equivalente di somme che vanno da poche migliaia ad un massimo di quasi 50 mila euro.