REGGIO CALABRIA – Un’operazione della Polizia di Stato ha portato all’esecuzione di 5 fermi disposti dalla Dda di Reggio Calabria nei confronti di elementi di vertice e affiliati di rilievo della potente cosca De Stefano di Reggio Calabria, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa e varie estorsioni. L’indagine, condotta dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, ha svelato i poliedrici interessi economici e le modalità di infiltrazione nel lucroso settore imprenditoriale dello smaltimento dei rifiuti da parte del clan De Stefano egemone a Reggio Calabria. Alcuni elementi di spicco, Orazio De Stefano, elemento di primo piano dell’omonima cosca di Archi di Reggio Calabria e il nipote Paolo Rosario De Stefano figurano tra le persone fermate nell’operazione, chiamata “Trash”.
I fermati su disposizione della Dda sono accusati di aver fatto parte, nell’ambito della cosca De Stefano, di un’articolazione finalizzata a garantire il sostanziale controllo della società a capitale misto Fata Morgana Spa – fallita negli anni scorsi – che gestiva la raccolta differenziata dei rifiuti in città, nonché di alcune società private operanti nell’indotto, ed in particolare nella fabbricazione e manutenzione dei mezzi utilizzati per la raccolta dei rifiuti. Gli indagati avrebbero estorto agli imprenditori ingenti somme di denaro imponendo anche la scelta di fornitori compiacenti e l’assunzione di personale gradito.
«E’ una ulteriore affermazione dello Stato nel contrasto alla ‘ndrangheta». Così il questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi ha commentato l’operazione “Trash”. «La Polizia di Stato – ha aggiunto – d’intesa con l’autorità giudiziaria, conduce un lavoro con sempre maggiore determinazione ed efficacia contro le cosche della ‘ndrangheta».