CORIGLIANO CALABRO (CS) – Dalle prime luci dell’alba è in corso una operazione dei carabinieri di Corigliano Calabro per l’esecuzioni di alcune misure cautelari in carcere e agli arresti domiciliari, emesse dal Gip di Castrovillari Carmen Ciarcia su richiesta del procuratore della Repubblica Eugenio Facciolla e del Pm Simona Manera. Nei confronti degli arrestati le accuse sono di spaccio di marijuana in concorso. Le indagini, condotte dai carabinieri di San Demetrio Corone, si sono articolate per circa un anno consentendo di acquisire elementi tali da dimostrare come l’Antico Forno, sito nel piccolo centro dell’entroterra cosentino, fosse stato in realtà riconvertito a luogo di deposito e confezionamento della droga. In corso anche un approfondito controllo dei Nas per le gravi violazioni igienico sanitarie emerse nel corso dell’inchiesta.
Il forno era stato rilevato dalla famiglia che attualmente lo aveva in gestione, alcuni anni fa, per consentire al figlio 41enne, tra i destinatari di uno dei provvedimenti restrittivi emessi, che ha elaborato un articolato sistema di confezionamento e custodia della marijuana, nascosta in nicchie nelle pareti interne al forno e alle spalle della struttura.
Le investigazioni svolte hanno fatto anche emergere la volontà, da parte degli arrestati, di voler incendiare le auto di alcuni carabinieri, “colpevoli” di aver effettuato diversi arresti in flagranza che avevano portato al recupero di circa un chilo e quattrocento grammi della sostanza stupefacente.
I NOMI:
Pasqualino Rotondaro, Giuseppe Lavorato, Fiore Abruzzese, Kodri Mona, Francesco Straface, Walter Baffa, Demetrio Gabriele. Ai domiciliari Straface e Abbruzzese. Gli altri restano in carcere.