Precari Asp, 142 indagati. Ai domiciliari Francesco Mazza

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COSENZA – Un mucchio di carte false prodotte per consentire a 138 persone prive dei requisiti di legge di essere assunte dall’azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza pochi giorni prima delle elezioni regionali del 2014. Proseguono serrate le indagini della Procura della Repubblica guidata da Mario Spagnuolo, coadiuvata nel difficile lavoro di ricostruzione di atti e procedure, dagli uomini della guarda di finanza. Nel complesso gli indagati sono 142. Oltre agli aspiranti impiegati, indagati per aver sottoscritto false attestazioni, sono finiti sotto inchiesta anche dirigenti e funzionari con ruoli di responsabilità del Dipartimento lavoro e politiche sociali della Regione Calabria e della stessa Asp cosentina. Un reclutamento effettuato, secondo i magistrati, con procedure irregolari e senza alcuna previsione di copertura finanziaria. L’obiettivo era quello di alimentare clientele e veicolare consensi elettorali. Per questo l’indagine potrebbe coinvolgere presto anche il livello politico, responsabile di aver avallato questa brutta vicenda. Tra gli indagati vi sono Vincenzo Caserta, ex Dirigente Generale del Dipartimento Politiche Sociali della Regione Calabria, Pasquale Capicotto, responsabile dei lavoratori lsu-lpu, Gianfranco Scarpelli, che all’Asp ha ricoperto il ruolo di Direttore Generale, Luigi Palumbo e il direttore del distretto di Rogliano Antonio Perri, responsabile del procedimento che ha portato alle chiamate dei lavoratori. Intanto, su richiesta della Procura, il Gip di Cosenza, Giuseppe Greco, ha disposto gli arresti domiciliari per Francesco Mazza, 59 anni, funzionario sindacale il quale, insieme a Pasquale Capicotto, nel redigere materialmente l’elenco delle persone che l’Asp avrebbe dovuto impiegare, non si sarebbe fatto scrupolo di modificare timbri e date del protocollo per attestare la ricezione delle istanze in tempo utile per essere ammesse. La misura cautelare, secondo quanto si è appreso, si sarebbe resa necessaria per le reiterate condotte assunte da Mazza, nel tentativo di sviare le indagini, e consistite nel suggerire ai coindagati le dichiarazione da rendere in sede di interrogatorio per alleggerire la sua posizione. Per questo il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto i domiciliari, così da interrompere ogni contatto di Mazza con terze persone.

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