CORIGLIANO (CS) – Otto persone, tra dirigenti regionali e di Calabria Verde, imprese e direttore dei lavori, sono stati denunciati dai militari delle stazioni carabinieri forestale di Corigliano e Rossano nell’ambito di una inchiesta condotta dalla procura della Repubblica di Castrovillari sulle attività di esecuzione dei lavori idraulici in corso nel torrente Gennarito di Corigliano Calabro. Tali interventi rientrano nel “Lotto 2” della programmazione post alluvione avvenuta nel 2015. I militari hanno accertato che nell’alveo del torrente Cino, corso d’acqua non ricompreso ed estraneo ai lavori nell’ambito del progetto, non vi erano conferito solo sottoprodotto, ovvero terra e rocce da scavo, ma veri e propri rifiuti. In particolare al suo interno sono state rinvenute, lungo le scarpate create da numerosi scarichi, rifiuti eterogenei inglobati nelle terre di scarico, quali rifiuti urbani e speciali tra i quali pezzi di asfalto e carta catramata, frammenti di vetro, bottiglie di vetro di vario genere e natura, residui di vegetali, manufatti in plastica, materiale vario ferroso quali carcasse di autovetture, calcinacci, indumenti in disuso, alluminio e pezzi di eternit a significare che prima del conferimento non è avvenuta alcuna separazione del rifiuto. In particolare i rifiuti venivano collocati, per mezzo di autocarri di trasporto e di un mezzo meccanico utilizzato per la sistemazione sugli argini del torrente Cino senza alcuna attività di separazione e differenziazione del rifiuto causando una illecita miscelazione. Tale attività è stata effettuata tra l’altro senza aver acquisito il nulla osta paesaggistico ambientale e senza autorizzazione per l’occupazione di demanio fluviale in zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Durante i controlli, infine, le ditte e i mezzi che hanno trasportato i rifiuti sono risultate sprovviste della prevista iscrizione all’albo gestori ambientali e pertanto non si ha contezza della tracciabilità dei rifiuti.