San Ferdinando, a due giorni dal rogo, è partita la marcia dei migranti

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Con slogan contro la polizia, una quarantina di immigrati senegalesi ha manifestato nelle vicinanze di piazza Eroi Sanremesi a Sanremo, durante l'affollata giornata di mercato, per protestare contro la morte di un loro connazionale di 25 anni che ieri pomeriggio Ë annegato nelle acque del fiume Roja a Ventimiglia mentre fuggiva a un controllo. Con sÈ aveva cinque portafogli col marchio contraffatto, 20 luglio 2013. ANSA/SAN REMO NEWS/ZENNARO

SAN FERDINANDO (RC) – A due giorni dal rogo poche decine di migranti, radunatisi questa mattina di fronte a quel che rimane della baraccopoli, procedono nella marcia sul Comune di San Ferdinando per chiedere un confronto con il Prefetto di Reggio Calabria e con il commissario straordinario per l’area di San Ferdinando. Maggiore impegno nell’attuazione di politiche abitative a favore dei lavoratori organizzati, soluzioni atte a migliorare le condizioni di vita dei braccianti extracomunitari dell’area è quanto si propongono gli organizzatori della manifestazione, promossa dall’Unione sindacale di base. «Una donna nigeriana di 30 anni è morta, altre due sono rimaste gravemente ferite nell’incendio devastante scoppiato nella vecchia tendopoli di San Ferdinando. Il ghetto che accoglie ogni anno oltre duemila braccianti migranti, oltre ad essere luogo di sfruttamento e di perdita di dignità, è diventato, nel giorno della memoria, anche luogo di morte e devastazione». E’ quanto si afferma in una nota congiunta di Cgil Calabria e Cgil Piana di Gioia Tauro. «Pur riconoscendo un impegno e un’attenzione diversa delle istituzioni territoriali rispetto al passato – prosegue la nota – ciò che manca è la voce del Governo nazionale che punti ad individuare misure e soluzioni definitive e non più emergenziali all’ormai nota situazione di degrado che caratterizza la piana di Gioia Tauro mediante politiche di accoglienza ed integrazione ed un piano di interventi per garantire i diritti civili, il lavoro regolare, l’assistenza sanitaria. La nuova tendopoli, allestita dalla protezione civile riesce a contenere non pìù di 500 persone, mentre nella sola stagione agrumicola sono migliaia le presenze di lavoratori migranti e sfruttati. Come Cgil e Flai da tempo abbiamo denunciato le condizioni disumane e di sfruttamento cui versano i lavoratori nella piana e nonostante ciò il risultato è che il flusso ciclico e le presenze rimangono costanti ed in aumento». «Occorre una task force e rafforzare l’area investigativa e di controllo con uomini e mezzi – è detto ancora nella nota – per indagare ulteriormente sulla rete di reclutamento, di utilizzo e sfruttamento nei campi e i caporali che ne traggono beneficio, applicando la legge contro il caporalato. Occorre un piano nazionale e regionale sulle politiche di accoglienza con accordi di distretto per garantire i diritti fondamentali dei lavoratori ed una certificazione etica e di qualità del lavoro e delle imprese agricole. Non si può continuare a trattare la questione in termini emergenziali e soprattutto non si può aspettare l’ennesima tragedia. La Cgil ringrazia le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile calabrese e le istituzioni interessate per l’immediato intervento nella tendopoli di San Ferdinando». Nell’area industriale c’è un forte spiegamento di forze dell’ordine al comando del vicequestore aggiunto Diego Trotta. (FOTO DI REPERTORIO).

 

 

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