COSENZA – La tragica morte di Serafino Congi, 48 anni, deceduto sabato 4 gennaio poco prima delle 19 dopo aver atteso per ore ed ore un’ambulanza medicalizzata nel Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore, ha generato un’ondata di rabbia e indignazione, riaprendo ormai l’annosa questione sulla sanità calabrese e l’emergenza nelle aree montane. Serafino aveva accusato un malore. Serafino aveva accusato un malore nel primo pomeriggio recandosi nel nosocomio montano dove avevano deciso il trasferimento all’Annunziata di Cosenza. Sarebbe stato chiesto anche l’intervento dell’elisoccorso ma non vi sarebbero state le condizioni di sicurezza. Il paziente però, per essere trasferito, necessitava di un medico e così, sarebbe stata richiesta un’ambulanza medicalizzata a Cosenza che però dista una sessantina di chilometri da San Giovanni in Fiore. Dopo alcune ore, l’ambulanza con due infermieri e medico a bordo sono in viaggio verso il nosocomio bruzio ma il cuore del paziente cessa di battere, nonostante i tentativi di rianimarlo. La salma è stata trasferita a Cosenza dove sarà eseguito l’esame autoptico.
“Ho presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, in qualità anche di Commissario ad acta per la sanità, in seguito alla tragica morte di S.C., un uomo di 48 anni, sposato e con due figli, avvenuta a San Giovanni in Fiore il 4 gennaio 2025 a causa di gravi ritardi nei soccorsi”. A scriverlo in una nota il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Davide Tavernise. “Questo drammatico evento mette in luce le profonde criticità che affliggono la sanità nelle aree montane calabresi, dove l’accesso ai servizi sanitari essenziali è compromesso da distanze dai centri ospedalieri, difficoltà infrastrutturali e condizioni climatiche avverse, spesso ignorate in favore di parametri e aspetti meramente economici.
L’Ospedale di San Giovanni in Fiore, come altri presidi in aree disagiate, versa in una condizione di depotenziamento, con carenze di personale medico e reparti non pienamente operativi. La notte del 4 gennaio S.C. è stato portato al Pronto Soccorso dell’ospedale locale, dove è stata immediatamente diagnosticata una sindrome coronarica acuta. Nonostante l’urgenza della situazione, ha atteso oltre tre ore il trasferimento all’ospedale di Cosenza a causa della mancanza di un medico a bordo dell’ambulanza e dell’impossibilità di utilizzare l’elisoccorso per scarsa visibilità. Purtroppo, l’uomo è deceduto durante il tragitto.
Questa tragedia non è un caso isolato, ma la conseguenza di un sistema sanitario che non riesce a garantire il diritto alla salute nelle aree interne. La carenza di personale medico nel Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore, con solo due medici su una pianta organica prevista di sei, ha contribuito al triste epilogo.
Ho chiesto, quindi, al Presidente Occhiuto quali urgenti iniziative intenda intraprendere per garantire una copertura sanitaria adeguata nelle aree montane, con particolare riferimento all’Ospedale di San Giovanni in Fiore. Propongo, inoltre, di valutare modelli virtuosi come quello dell’Ospedale Morelli di Sondalo, un comune situato nell’alta Valtellina con circa 4mila abitanti, che integra efficacemente cure primarie e servizi specialistici, potenziando le strutture esistenti e incentivando l’arrivo di personale medico nelle aree montane. E’ necessario dare attuazione a quanto previsto per i presidi montani nel Decreto Ministeriale n. 70/2015, dotando gli ospedali come quello di San Giovanni in Fiore di specifiche discipline mediche. Non possiamo accettare che nel 2025 si muoia per mancanza di soccorsi tempestivi. La salute è un diritto fondamentale che deve essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo in cui vivono”.