TROPEA (VV) – Un vero e proprio business sulla morte nel cimitero di Tropea dove sono state eseguite numerose estumulazioni di cadaveri, probabilmente per lucrare sui posti liberi che così si rendevano disponibili per nuove sepolture, e bruciando o gettando nei cassonetti dei rifiuti i resti tolti dai loculi.
Tre persone sono state arrestate dai finanzieri del Comando provinciale di Vibo Valentia con le accuse di associazione a delinquere, violazione di sepolcro, distruzione di cadavere, illecito smaltimento di rifiuti speciali cimiteriali e peculato.
Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria sono state avviate di iniziativa dopo numerosi elementi informativi acquisiti dalle pattuglie del 117 e di controllo economico del territorio. I tre, uno dei quali percepiva il reddito di cittadinanza ed un altro l’indennità di disoccupazione, secondo l’accusa – che si è avvalsa anche delle immagini riprese da un impianto di videosorveglianza installato dagli investigatori in un’area interna e riparata del cimitero – senza il minimo scrupolo hanno proceduto ad estrarre i cadaveri di persone decedute da molti anni, a volte non ancora decomposti, distruggendoli e smaltendo i resti incenerendoli sul posto o gettandoli nei contenitori riservati alla raccolta dei rifiuti urbani. Francesco Trecate, inoltre, nella sua veste di incaricato di pubblico servizio, avrebbe utilizzato indebitamente un automezzo dell’Amministrazione comunale per fini privati, cioè trasportare lapidi in un laboratorio esterno e materiale edile. impiegato per la ristrutturazione delle cappelle. I finanzieri hanno anche eseguito perquisizioni nelle abitazioni dei tre arrestati e nel cimitero di Tropea. Inoltre sono stati visionati atti in Comune.