Tragedia Mottarone, indaga la Procura. Tra le vittime una 27enne di Diamante

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STRESA (VB) – Sono morte 14 persone ieri intorno alle 13, nello schianto della funivia tra Stresa e il Mottarone. La funivia aveva terminato la sua corsa, mancavano pochi metri all’arrivo. Sarà la Procura di Verbania ora a tentare di far luce su quanto accaduto ieri, la caduta della linea Stresa-Mottarone

Tra le vittime due bambini mentre l’unico superstite ha cinque anni ed è in condizioni gravissime. Cinque famiglie devastate dall’incidente di Stresa: tre residenti in Lombardia, una in Emilia Romagna e una in Calabria, Serena Cosentino originaria di Diamante in provincia di Cosenza.

La dinamica dell’incidente

La cabina era quasi in vetta. Quando il cavo si spezza e la cabina cade, tenendo in trappola le 15 persone, scivolando giù per poi fermarsi tra gli alberi. A lanciare l’allarme un uomo che aspettava l’attracco della funivia sopra al Mottarone e che l’ha vista precipitare a poche decine di metri dall’arrivo. A bordo c’erano quindici persone e tra queste anche Serena, 27 anni, di Diamante.

Chi era Serena Cosentino

Si era laureata con 110 e lode e da marzo dopo un’esperienza a Londra, lavorava in una sede del Cnr a Verbania Serena Cosentino. La ragazza era andata via da Diamante per studiare a Roma e per iniziare poi finalmente a lavorare. Nella cittadina calabrese viveva anche il fidanzato, Shahaisavandi Mohammandrez, 23 anni, di origine iraniana. Anche lui si era trasferito a Roma da dove l’aveva raggiunta per trascorrere con lei la domenica finita in tragedia.

Serena era conosciuta per la sua inclinazione per gli studi e a Diamante vive la sua famiglia: il padre, tecnico antennista, la madre, due sorelle gemelle più grandi di lei che esercitano la professione di nutrizioniste e coltivano la passione per la pallavolo, e poi il fratello più piccolo. Per un periodo la famiglia aveva avuto in gestione un bar, dove sia Serena sia il fidanzato avevano lavorato. Il sindaco Ernesto Magorno, appresa la notizia, si è messo in contatto con il prefetto. La municipalità intende onorare i suoi concittadini e si prepara ad accoglierne le salme. Secondo quanto si apprende, la famiglia del ragazzo vive in Iran.

La Procura indaga

“L’intera area è stata posta sotto sequestro e nomineremo dei tecnici per accertare le cause dell’incidente” ha detto il procuratore Olimpia Bossi all’Agi. “Per ora procediamo per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, poi dobbiamo verificare anche la fattispecie dei reati colposi di attentato alla sicurezza dei trasporti, anche in base alla natura pubblica o meno dell’impianto”. Bisognerà anche stabilire se il cavo si sia rotto o sganciato: “Non è un accertamento che può essere fatto nell’immediatezza sarà necessario fare verifiche di carattere tecnico”.

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