CATANZARO – Si è svolto mercoledì 28 giugno nella Sala Concerti di Palazzo De Nobili, sede del Comune di Catanzaro, l’evento dal titolo “Catanzaro, il sogno di una città che vive”. All’iniziativa, durante la quale sono stati resi noti i risultati del progetto didattico “Baco da seta”(svolto con il supporto del Comune di Catanzaro), hanno preso parte: Angela Rubino, presidente dell’associazione “CulturAttiva”; Miriam Pugliese, vice presidente della Cooperativa “Nido di seta” ed Emanuela Bianchi, attrice e presidente dell’associazione culturale “Confine Incerto”.
L’obbiettivo della conferenza stampa è stato quello di partire dal racconto dell’esperienza del progetto didattico basato sull’antica arte della seta e giungere ad una riflessione sul grande potenziale della città di Catanzaro in termini di cultura, storia e patrimonio etno-antropologico da sfruttare come concreto volano di sviluppo in uno scenario che vede un sostanziale mutamento delle tendenze del turismo internazionale e nel contempo vede la Calabria tra le mete consigliate dalle principali testate giornalistiche del mondo.
Il progetto didattico “Baco da seta”, che ha coinvolto migliaia di studenti provenienti da tutta la Calabria e anche da fuori regione, si è basato su delle attività mirate a coinvolgere i visitatori, rendendoli protagonisti di una vera e propria esperienza e non semplici spettatori.
Dopo una mattinata immersi nella cornice rurale di Nido di seta, ad apprendere la storia della gelsibachicoltura e le tecniche di produzione della seta, cimentandosi in prima persona in attività come: l’allevamento dei bachi, la trattura della seta, la raccolta delle more; i ragazzi hanno visitato l’antica capitale europea della seta: Catanzaro. Accolti nel cuore più antico della città, gli studenti e i loro accompagnatori sono stati condotti alla scoperta di un mondo ricco di misteri legati alla storia dei luoghi, alla storia della seta, ma anche al proprio essere, alla propria di storia. Mediante un laboratorio di teatro interattivo e sensoriale, infatti, i visitatori hanno potuto sperimentare le proprie attitudini sensoriali, immersi in prima persona nello scenario creato ad hoc dall’attrice Emanuela Bianchi.
«Ciò che ha reso vincente la formula del progetto, che è riuscito a portare in città quasi 900 persone tra aprile e giugno – ha dichiarato la Rubino – è il fatto di aver creduto nel potenziale della città, che ha saputo affascinare i visitatori mostrando il suo volto più semplice.
Inoltre è piaciuta molto l’esperienza proposta, che è stata costruita grazie alla collaborazione tra professionalità diverse, ognuna con un bagaglio specifico di conoscenze nel campo di riferimento: Miriam Pugliese, esperta nella lavorazione della seta; io, autrice del volume “La seta a Catanzaro e Lione” (Rubbettino, 2007) e di numerosi articoli sull’argomento, pubblicati anche su testate nazionali ed Emanuela Bianchi, antropologa ed attrice, interprete, tra l’altro del monologo teatrale “La Magara”, nel quale riprende un altro importante filone della nostra storia, senza trascurare l’aspetto antropologico, sapientemente mescolato al racconto storico in chiave artistica.
Insomma – prosegue la presidente di “CulturAttiva”, abbiamo ampiamente superato i limiti delle logiche di individualismo e competitività, che purtroppo ancora prevalgono nella nostra regione ed abbiamo vinto la nostra scommessa».
Durante il proseguimento dei lavori, Miriam Pugliese ha approfondito la conoscenza della realtà di San Floro che «ormai da anni riesce a calamitare l’attenzione di migliaia di visitatori, tra scolaresche e turisti da tutto il mondo, ai quali viene fatta conoscere un pezzo importantissimo della storia di Catanzaro e della Calabria tutta: la seta e la sua filiera, dall’allevamento dei bachi alla creazione del filato con antichi telai.
Tutto questo grazie ad una profonda passione che spinge un gruppo di ragazzi sotto i trent’anni a credere nel grande potenziale della propria terra».
In seguito, Emanuela Bianchi ha spiegato le grandi potenzialità di «una forma innovativa di linguaggio teatrale che spinge i protagonisti dell’esperienza a sperimentare in prima persona il potere dei cinque sensi e come esso possa divenire un importante strumento d’apprendimento, presentato sotto forma di gioco». L’attrice si è soffermata anche sulla necessità che «iniziative come quella del progetto “Baco da seta” siano adeguatamente e pienamente supportate dalle istituzioni, alle quali spetta anche il compito di mantenere quel decoro urbano fondamentale per la corretta riuscita di ogni iniziativa che riguardi la promozione del territorio».