Manifest, un blog collettivo di amici scrittori, ideato da un gruppo di giovani lametini con a cuore l’amore per la cultura e perché no, anche per il proprio territorio. “Per cultura intendiamo qualsiasi espressione di emozioni – dicono – pensiamo che si possa imparare tanto dai libri, dall’arte, e dalla musica, ma soprattutto dalle persone, dalle situazioni, dai luoghi.”
In poco tempo, Manifest, è andato espandendosi grazie alla sua forza persuasiva: in modo del tutto spontaneo, infatti, si sono aggregati altri ragazzi di Lamezia e della Calabria, ma anche, grazie alla diffusione sui social network che hanno fatto da collante, da altre regioni come Abruzzo, Campania, Marche, Piemonte e Sicilia. Perché Manifest vuole unirsi al confronto fra più culture, vuole fare rete restando però ben lontano da politica e religione.
Manifest, dal latino “Manus” e “Fest”, vuol dire etimologicamente “toccare con mano”, ma anche “scoperto, sorpreso, colto, preso nel fatto”: vuole cogliere tutti gli aspetti della cultura. “Crediamo nella cultura come strumento di libertà e di crescita. Per questo auspichiamo ad una cultura scevra da ogni ricatto, manipolazione e repressione. Una cultura non legata alle leggi del mercato, autonoma da ogni forma di clientelismo. Una cultura solidale “utile” a produrre sogni ed emozioni e non per la sua capacità di produrre profitto. Una cultura ricca di diversità, capace di promuovere le molteplici differenze che compongono il mondo, nel rispetto delle scelte, delle origini e delle tradizioni di tutti.”
Domenica 8 giugno alle h. 17 i ragazzi di Manifest si sono dati appuntamento al Parco Peppino Impastato nel quartiere Scinà a Lamezia Terme, per dare atto ad un’azione da loro ideata: Parole in movimento, questo il titolo del loro flash-mob. Si sono muniti di post-it e foglietti colorati con messaggi pensati, scritti e infine attaccati sui loro corpi e sulle persone presenti al parco, che con molta curiosità e sorpresa hanno colto l’intento e l’estro creativo. Si è trattato di un messaggio orientato alla bellezza, volto ad allontanarsi dall’omologazione e dal conformismo. “Troppo spesso, soprattutto fra noi giovani – dicono alcuni manifestanti – utilizziamo chiavi di letture che sono il risultato di mode che però non corrispondono ai nostri valori, alle nostre verità. A volte, ci facciamo piacere cose che in realtà non ci piacciono davvero, non ci piacciono per niente.”
Un gesto incisivo, volto a marcare una presenza, un’essenza, che è quella di giovani svegli, vigili, volto a marcare uno sguardo, un colore, tra i più disparati, come i loro perché: #fafigo spegnere la tv, #nonfa figo l’omofobia, #fafigo essere timidi #nonfafigo essere arroganti.
Concludono gettandosi sul prato, a dimostrazione della sete di freschezza, in un movimento dapprima di chiusura e poi di apertura. A dimostrazione del fatto che dalla staticità si può uscire con tanta dinamicità. E questo è possibile lottando ogni giorno contro la rassegnazione, con un po’ di volontà, di speranza e un pizzico di fantasia.
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Roberto Tarzia