A Pentone per riscoprire il pittore Francesco Colelli

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PENTONE (CZ) –  Si terrà giovedì 4 settembre presso la Chiesa S. Nicola di Bari il convegno “Eredità artistica del ‘700 calabrese – Francesco Colelli e la sua produzione nella Sila Catanzarese.” Protagonista sarà appunto Francesco Colelli illustre pittore del ‘700 nato a Nicastro, ma la cui produzione è presente in tanti paesi della provincia. La recente presentazione dopo il restauro di una sua tela a Pentone ha dato il via all’idea di realizzare una mostra itinerante in tutti quei paesi della Presila che conservano quadri del Colelli. Ad attivarsi in primis la Pro Loco di Pentone insieme alla Parrocchia S. Nicola di Bari che hanno cercato di coinvolgere le comunità e le parrocchie di Albi, Magisano, Taverna e Zagarise dove il pittore morì e dove ha lasciato il maggior numero di opere. Per celebrare e omaggiare prima di tutto Francesco Colelli ecco dunque un convegno in cui meglio apprezzare un artista longevo che tanto ha dato alla Presila. Ad intervenire al convegno il massimo esperto del maestro nicastrese, Mario Panarello, autore tra l’altro di un volume a lui dedicato; poi Giuseppe Valentino, direttore del museo di Taverna e Giancarlo Nava. L’idea di promuovere il territorio attraverso arte, ambiente e cultura è uno degli obiettivi che la Pro Loco sta cercando di portare avanti ormai da tempo e con il Colelli e la sua produzione artistica si è riusciti anche in un altro impegno: quello di coinvolgere e fare sintesi di realtà limitrofe, accomunate da storie e cultura tanto simili. La serata del 4 settembre sarà l’occasione anche per dare spazio all’arte, in particolare alle opere del  Colelli conservate nelle Chiese della Presila, cercando in tal modo di dare un’ulteriore spinta alla promozione della nostra cultura. Grande il lavoro per la realizzazione del convegno e poi della mostra itinerante che lungo l’itinerario artistico del Colelli nella Presila toccherà nei prossimi mesi Albi, Magisano, Taverna e Zagarise. Per Francesco Colelli probabilmente le committenze nella Presila sono da attribuire alla ricostruzione avvenuta dopo il disastroso terremoto del 1783 e sono sia di impronta ecclesiastica sia privata, ecco il perché di quest’importante produzione che molti ignorano e a cui si vorrebbe invece dare la giusta attenzione.

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