SAN FILI (CS) – Domani al teatro “Gambaro” di San Fili avrà inizio la rassegna “Indipendentemente teatro”. Ne ho parlato con Dante de Rose, direttore artistico della rassegna.
Domani il ritorno della rassegna “Indipendentemente teatro”, rassegna giunta a quale edizione?
L’ottava edizione
Perché è stato scelto il nome “Indipendentemente teatro”?
La rassegna è nata nel 2004 dall’esigenza di una serie di artisti prevalentemente dell’hinterland cosentino che non avevano le possibilità economiche ed organizzative di esibirsi. Dagli incontri con vari colleghi veniva fuori sempre il concetto “Indipendentemente da tutti”, da qui abbiamo preso il nome. La prima edizione si basava su monologhi, alla fine di ogni monologo si svolgevano incontri con il pubblico, incontri in cui c’era l’estrazione di un libro da consegnare ad uno spettatore fortunato, un modo per avvicinare ancor di più gli spettatori, soprattutto quelli non educati al teatro. Le prime tre edizioni hanno avuto esito positivo, il quarto non ha avuto ottimi esiti per cui ci siamo fermati ed abbiamo ripreso nel 2011; siamo andati avanti fino al 2015, anno in cui ci siamo nuovamente fermati per motivi organizzativi. Quest’anno abbiamo partecipato ad un bando regionale ed abbiamo vinto presentando un progetto che aveva come tema la presenza delle donne nel mondo dell’arte.
Qual è il fil rouge che collega gli spettacoli?
Oggi spettacolo, ad eccezione di “Dafne non pensare”, che ha debuttato lo scorso anno all’interno di un altro progetto, è stato scritto e pensato per questo festival.
Ad aprire la rassegna “Virginia e i fiori” di Nunzio Scalercio, da sempre noto per l’ilarità…
È un Nunzio Scalercio totalmente diverso da quello che siamo abituati a vedere. Chiude lo spettacolo con un classico doppiaggio, però tutta la parte precedente è attore vero. Ha frequentato la scuola di attore negli anni ’90, a me piace definirlo one man show perché fa più cose (canta, recita, fa doppiaggio, scrive), però in questo spettacolo interpreta il personaggio come un attore. Lo spettacolo si intitola “Virginia e i fiori” e parla di Virginia Woolf.
Cinque spettacoli a cui si aggiungono il concerto dei Coram populo e la mostra fotografica al castello di Cleto…
Il 6 luglio al castello di Cleto si terranno il concerto dei Coram popolo, dedicato alle donne nei brani di Fabrizio de Andrè, e la mostra fotografica. Abbiamo scelto questo luogo ricco di suggestioni che ci consente al contempo di distaccarsi dal tipico teatro come quello di San Fili che ospiterà i 5 spettacoli.
Perché avete deciso di aggiungere anche il concerto e la mostra fotografica?
Il tema della rassegna è la figura femminile nel mondo dell’arte, per cui è opportuno aggiungere anche altre arti come la musica e la fotografia. Mi piaceva l’idea di contaminare generi artistici coinvolgendo più tecniche diverse.
Una rassegna che parte pochi giorni prima dell’arrivo dell’estate in un periodo in cui altre rassegne teatrali sono giunte a termine…
Una scelta dovuta intanto a motivi climatici , poi perché è il periodo in cui non sono in corso altre rassegne. In inverno a San Fili le temperature sono rigide, per cui sarebbe stato difficile fare la rassegna in quel periodo; abbiamo stipulato una convenzione con un ristorante del luogo, per cui gli spettatori, terminato lo spettacolo, potranno fermarsi a cena con noi, un modo per socializzare ed effettuare uno scambio di idee tra attori e pubblico.
Una rassegna che è un po’ un modo per combattere e cercare di abbattere gli ostacoli che il teatro si trova di fronte…
Ogni volta che partecipò ad un incontro dedicato a tematiche teatrali si sente spesso dire “crisi del teatro”, ma non c’è la crisi del teatro, perché se osserviamo attentamente possiamo vedere che c’è tanto teatro. Forse ciò che manca è una visione più generale da parte di chi amministra la cosa pubblica.
Rita Pellicori