Alla scoperta di un popolo partendo dal cibo. Il viaggio di Teresa Pugliese lungo le coste calabresi

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Teresa Pugliese

COSENZA – E’ il cibo l’argomento principale del libro pubblicato dalla giovanissima autrice Teresa Pugliese.

L’alimentazione il filone per poter ritrovare le radici di un popolo.

E di questo e molto altro si è discusso nella location BeerBanti di Capo Rizzuto, durante la presentazione del libro di Teresa Pugliese lo scorso 2 settembre. L’autrice attualmente vive a Vibo Valenzia, ma è originaria di Cirò Marina, ha studiato all’Università della Calabria ed è lì che ha conseguito la laurea triennale in Lettere e Beni Culturali e quella magistrale in Filologia Moderna. La dottoressa ha presentato il libro dal titolo “Storia della cultura alimentare nella Calabria romana.

La civiltà a tavola: quando il cibo diventa tradizione” un titolo che anticipa l’elemento culinario come aggregante culturale prima di ogni cosa.

Come dice la stessa autrice: «il cibo che mangiamo, i prodotti della nostra terra che quotidianamente portiamo a tavola, raccontano molto di noi, della nostra storia e delle nostre radici». Il viaggio sulle coste calabresi parte dall’antica Roma e procede lungo tutta la regione. L’autrice si sofferma ad analizzare alcuni prodotti tipici della regione, oltre a dare nota di curiosità e piccole informazioni sul cibo. A monte della stesura del libro c’è una ricerca storica e archeologica su cibi e usi alimentari della Calabria. La regione degli Enotri ossia “terra del vino” vanta una importante tradizione culinaria, che ha origini antichissime.

Si parte dalla storia greca fino ad arrivare alla storia romana, che è proprio il periodo storico analizzato nel libro.  

L’evento è stato moderato dall’avvocato Rossella Carvelli che ha messo in mostra preziose osservazioni su curiosità culinarie, una tra tutte il “garum”, prodotto tipico del vibonese. La tradizione alimentare cambia, il cibo che un tempo era sulla tavola dei poveri, oggi è nei piatti di chef stellati, questo quanto ha affermato la dottoressa Elisa Poerio. Una presenza tutta al femminile, insomma, per la riscoperta di luoghi e usanze di un popolo lasciato spesso nell’ombra.

Maria Assunta Scalzi

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