COSENZA – L’associazione culturale Alt-Art Creazioni in Corso il 6 febbraio scorso ha dato il via al mese dell’eros, della passione, una rassegna d’arte che mette in mostra le due facce dell’amore, il sacro e il profano, e a inaugurare il sacro è la personale di Maurizio Romani “Il Cantico dei Cantici”.
L’artista emiliano si è cimentato nell’impresa di calare in un contesto contemporaneo la sublimità del Cantico dei Cantici, il vero poema dell’amore umano, tenero, delicato ma ricco di sfumature sensuali e passionali che non vanno a minacciare la sacralità dell’opera.
Con una grazia quasi irreale ritrae la magia misteriosa, le delicatezze dell’amore racchiuse nelle linee morbide di una matita, anime che si incontrano e si sfiorano fino a congiungersi completamente, bocche appena aperte, pronte a scambiarsi nuovi respiri e dolci sapori di una passione infinita e autentica. Anime disposte a ricominciare ogni giorno la propria vita solo per rispondere al richiamo dell’altro per lasciare che ogni goccia possa diluirsi al suo interno. Ritrae l’amore che non si può descrivere con le parole, perché è un legame che non trova simmetria in queste, ma nel contatto fra i corpi, nell’incontro fra i ventri, nelle sensazioni sottopelle che pudicamente attraversano il silenzio mentre tutti i pensieri si perdono e gli occhi si illuminano.
L’esposizione conduce lo spettatore in un’esplosione di sensazioni, si riesce a vedere la vita che sussulta, l’amore che investe l’anima e il corpo, un’estasi fatta di occhi chiusi, carezze, seni scoperti che trascende l’umano, un insieme di linee perfette che diventano il simbolo dell’armonia universale, dell’amore che non è più solo un sentimento ma la scelta, la promessa, l’esaltazione intensa dei sensi.
La mostra sarà possibile visitarla fino a venerdì 15 febbraio presso le sale dell’associazione Alt-Art in via Longeni 25bis, alle spalle del complesso San Gennaro, vicino l’Università della Calabria, per poi lasciare il posto, il 16 febbraio, all’ “Amor Profano” personale dell’artista Mario Polillo.
Gaia Santolla