E’ stato girato principalmente a Rocca Imperiale ma sono state immortalate scene anche a Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Amendolara e Crotone, il film di Pupi Avati che, per Rai Fiction realizzato dalla casa cinematogrfica DueA Film spa di cui è produttore Antonio Avati, fratello del regista bolognese, è stato trasmesso lo scorso 7 dicembre su Rai1 proprio alla vigilia dell’Immacolata. La trama infatti è ispirata volutamente alla nozze di Cana, primo miracolo di Gesù del Vangelo.
Prima di essere trasmesso ovviamente il film ha dovuto superare i relativi esami: è stato presentato ai vertici Rai nella sala A della sede di Viale Mazzini, in Roma. In precedenza, sempre a Roma, la pellicola è stata presentata in anteprima negli studi della FonoRoma, mietendo consensi tra gli invitati e critici presenti. Un cast importante ha preso parte alla realizzazione: Marta Iagatti, Valentino Agunu, Alessandro Sperduti, Nicola Rignanese, Rita Abela, Neri Marcorè che vi ha preso parte amichevolmente e Lina Sastri, insieme a location di grande impatto paesaggistico, scelta con cura da Ernesto Truncellito, location manager di origini calabresi, emigrato a Bologna dal piccolo comune collinare di Canna (CS) per diventare braccio operativo dei fratelli Avati. Dopo Roma pare che il film sia stato visto anche dal sindaco di Rocca Imperiale, Giuseppe Ranu’ e dal presidente del consiglio comunale, Antonio Pace, che avrebbero commentato «Il film trasmette l’immagine di una Calabria si razzista, ma non mafiosa ed è capace di colpire la sensibilità degli spettatori, attraverso temi forti ma di grande attualità», sostenendo che la pellicola avrebbe rappresentato «un promo di inestimabile valore per Rocca Imperiale» in termini turistici e di notorietà nazionale.
Eppure c’è stata una Calabria a cui il film non è piaciuto. Sono apparse polemiche nei giorni scorsi da parte del Movimento 5 Stelle che ha affidato a Giovanna De Vita (Meetup Trebisacce in MoVimento) e a Dalila Di Lazzaro (attivista di Rocca Imperiale) la stesura di una nota critica indirizzata al presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Rai, Roberto Fico, nella quale viene pure annunciato un esposto all’Agcom per sollecitare «sanzioni nei confronti dei contenuti discriminatori e sessisti del film di Pupi Avati “Le nozze di Laura” e dei responsabili di tale campagna discriminatoria». Una missiva che viene firmata anche attivisti 5 Stelle di Rocca Imperiale, Trebisacce, Amendolara, Villapiana, Canna, Montegiordano e Roseto Capo Spulico, e viene inoltrata oltre che ai fratelli Pupi ed Antonio Avati anche a Monica Maggioni presidente del CdA RAI, a Giancarlo Leone direttore di Rai Uno, ad Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction ed a Demetrio Crucitti direttore Rai Tre Calabria.
Grazie all’intervento della nostra amica e collaboratrice dalla zona Jonica AnnaMaria Schifino siamo riusciti a contattare direttamente il regista e produttore del film Pupi e Antonio Avati che hanno voluto rispondere con delle precisazioni direttamente alla Calabria “scabra e ostile che fa da sfondo al film drammatico e ancestrale Anime Nere”
I fratelli Avati proseguono nella loro precisazione “abbiamo contrapposto,senza alcun intento polemico, la visione di una terra capace di produrre il grande miracolo dell’integrazione attraverso l’amore.
Una terra che ha generato Gesù, la sua mamma, i suoi primi apostoli.
L’affetto smisurato nei riguardi dell’essere umano che questa nostra storia fa emergere e che si esplicita nella grande scena finale,doveva risultare sufficiente a inorgoglire l’intera collettività .
La sensazione che ci ha accompagnati dal momento dei sopralluoghi al concludersi delle riprese era quella di aver trovato nella vostra terra non solo la bellezza dei luoghi ma la bellezza della gente. Un calore umano che ci ha accompagnati come vento benefico fino al concludersi della nostra narrazione. Eravamo – proseguono i fratelli Avati – e siamo così orgogliosi del risultato da far si che consideriamo le Nozze di Laura come il racconto più riuscito, più profondo, sacrale, dell’intero nostro rapporto con Rai Fiction.
L’aver ottenuto, malgrado la collocazione così poco televisiva ( al centro del week end dell’Immacolata con oltre sei milioni di nostri connazionali fuori casa ), un risultato in termini di ascolto che ha sbaragliato la concorrenza, avrebbe dovuto spazzare via ogni perplessità.
Quella notte il mix Vangelo\Calabria ha stravinto !
E ha finalmente vinto la storia di una ragazza di scarsa avvenenza che pretende la sua storia d’amore, che crede all’impossibile.”
I fratelli A vati si rivolgono poi a “chi ci denigra comparando il nostro realismo magico ai film di Checco Zalone ( nei riguardi del quale proviamo tutta la simpatia possibile ) dovrebbe farsi sottoporre a un test attitudinale. Gli rivelerebbe la sua assoluta inadeguatezza culturale e mentale all’incarico di così alta responsabilità che ricopre.
La risposta del regista e del produttore affronta poi l’insinuazione di sessismo “Per quanto riguarda l’accusa di sessismo, le vicende di Laura hanno portato finalmente in televisione, in prima serata su Rai uno, il doloroso percorso che una ragazza non bella è costretta a compiere per ritagliarsi un sua porzione di felicità.
Credo che non abbiamo mai realizzato una storia di così totale vicinanza alla donna. Credo che il coraggio di non ricorrere alle Miss o agli eroi del Grande Fratello sia stato premiato. So per certo che migliaia di “Laura” in tutta Italia hanno palpitato con lei ,identificandosi, auspicando quel lieto fine che solo a ridosso dei grandi, protettivi agrumeti della vostra regione, ci è parso possibile.
Nella nostra cinquantennale esperienza cinematografica non ci era mai accaduto di leggere una riflessione su un nostro film così infantile e modesta sia nei contenuti che nella forma come quella redatta da un gruppo di veterofemministe di non so dove.
Di fronte a una proposta narrativa di questo spessore eravamo preparati a trovare chi non avrebbe compreso “tutto”, accade alle cose culturalmente ambiziose, ma non ci saremmo mai aspettati di subire un attacco da parte di chi non ha capito assolutamente “niente”. E temo per loro in totale buonafede.
Ai nuovi amici di lì che ci hanno spesso confidato il senso di profondo isolamento che avvertono nei riguardo del paese, il timore di non godere della visibilità che altre regioni magari contigue , suggerisco di riflettere su questa nostra vicenda.
E’ senza alcun dubbio paradigmatica. Può essere assunta come esempio di quanto la faida interna ( e torniamo ad Anime Nere ) sia da anteporre a tutto, dissuadendo chiunque dal compiere quel doveroso tentativo di “bonifica” del territorio che noi, con uno sguardo esterno e disincantato, avevamo avvertito così necessario e improcrastinabile”.
Infine i fratelli Avati ricordano che “per quanto riguarda il testo. Il copione approvato da Rai Fiction è stato rispettato nei dettagli più minimali. La sceneggiatura è stata da subito messa a disposizione di tutti.
Inoltre durante i plurimi incontri con pubblico eistituzioni abbiamo narrato la vicenda di Laura e di Karimu e del concludersi felice . malgrado le tante difficoltà, del loro sogno”. Pupi e Antonio