RENDE (CS) – Molto applaudito, ieri sera al Teatro Auditorium Unical, è stato lo spettacolo di Willie Peyote e Serena Brancale accompagnati dall’Orchestra del conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza.
SERENA BRANCALE, ARTISTA, SHOWGIRL E IMPROVVISATRICE
La cantante di origini pugliesi già nota ai più per la partecipazione a “Sanremo Giovani” nell’edizione 2015 con il brano “Galleggiare”, è un’artista a 360°. Sempre sopra le righe, una trascinatrice per il pubblico in sala allietato dal suo spirito di improvvisazione. Una voce soul-pop ammaliante e originale che ibrida a suoni della musica elettronica senza tralasciare la funzione centrale dei testi, mai banali e vicinissimi ai cuori degli ascoltatori.
“Vita d’artista” è una delle perle con cui delizia la platea del TAU, brano omonimo del suo album in uscita. Vasto è il suo repertorio artistico, tale da permetterle un lodevole mash-up dei successi di Lucio Dalla attraverso l’uso di una loop station, della tastiera elettronica e delle percussioni. Un incontro con la grande musica italiana arrangiato dal sentore nuovo, sicuramente più vicino al mondo contemporaneo che alle “Storie di casa mia” del cantante bolognese. Momento topico della serata è il duetto con il docente del dipartimento Jazz del Conservatorio di Cosenza, Nicola Pisani, con il quale realizza il brano “Galleggiare” in una chiave inusuale e dalle sonorità toccanti. Non poche sono le aspettative su questa voce emergente che, con la sua ineccepibile abilità canora e con la sua graffiante ironia, potrebbe realmente portare una ventata d’aria fresca nel panorama artistico italiano. Padroneggia il palco da professionista e, per citare uno dei suoi successi più ironici e critici, non fa mai perdere “Il gusto delle cose”. La sua performance si conclude con “Tempo”, canzone all’interno di “Vita d’artista”, realizzata in coppia proprio con Willie Peyote.
L’INDIE RAP CRITICO DI WILLIE PEYOTE
Acclamato dai presenti all’Auditorium dell’Università della Calabria, Willie Peyote infiamma letteralmente il teatro a colpi di satira e sarcasmo intelligente. Temi attuali sono quelli del rapper torinese.
Classe ’85 con alle spalle una gavetta non indifferente, nei suoi testi tratta di religione, lavoro, immigrazione, critica sociale ma lascia spazio anche ai sentimenti senza dimenticare la funzione collettiva che questi svolgono. “Ottima scusa” e “Le chiavi in borsa” sono i brani passepartout del rapper che esordisce in un clima già riscaldato dalla voce della collega Serena Brancale. Attualissima la polemica che muove durante un intermezzo della sua esibizione verso il titolo posto in copertina dal giornale “Libero” nella giornata del 23 gennaio. Parallelismo basato sullo studio di una nota Università è quello tra la preghiera e il potere terapeutico delle imprecazioni nella canzoni “I cani”, nella quale egli parla di religione, femminismo e falso anticonformismo. In una società povera di valori diventa moda anche ciò che dovrebbe essere controcorrente. Lo show continua in un clima divertente alimentato da note satiriche sull’operato della classe politica, a volte troppo estremista nei confronti dei migranti. Argomento scottante, questo, esplicato in maniera diretta e di facile comprensione a tutti. Rapper ma anche cantautore, Willie Peyote rappresenta una parte della musica sperimentale in Italia. Una non-definizione che, nel suo caso, funge da anello di congiunzione tra rap e indie. Un artista che sceglie di discostarsi dalla nuova onda Trap che attraversa la musica italiana in questo momento e che fa prevalere i testi e la fruibilità dello spettaccolo alle sonorità accattivanti della suddetta. Particolare e ammirabile la sua scelta artistica che fa ben sperare per un futuro pieno di serate culturalmente ironiche come quella tenutasi al TAU.
Un grande encomio va mosso nei confronti dell’orchestra del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio”, diretta dal maestro Biondo e dal maestro Oliveti.
Grande prestazione musicale e prova tecnica da applausi per tutti i ragazzi del “Giacomantonio”, vero motore dello spettacolo.