Brunori Sas canta l’Amore all’Unical

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 “Per un’ora d’amore” è il titolo dello spettacolo musicale che Brunori Sas, compositore, cantautore e coproduttore discografico ha regalato nella serata di San Valentino ai suoi fans. Mentre in tv andava in onda il Festival di Sanremo, all’interno del Piccolo Teatro dell’Unical, il cantante che proviene dal cementificio di famiglia di Guardia Piemontese allietava il suo pubblico con un evento fatto di musica e cabaret. Soldout per l’evento organizzato dall’Associazione culturale “Il Filo di Sophia”, con lo scopo di diffondere la cultura in maniera entusiasta, non solo all’interno del campus universitario ma anche nella città di Cosenza. Durante la serata l’istrionico cantante, accompagnato da Simona Marrazzo (cori e percussioni), Dario della Rossa (piano e tastiere), Mirko Onofrio (sax e fiati) e Massimo Palermo (batteria) ha proposto ad un pubblico infervorato un percorso musicale innovativo: dieci cover che parlano dell’amore che si vive dai sette ai settanta anni. Sul palco Brunori ha creato un’atmosfera intima, molto familiare; presenti anche degli attori che ascoltavano la sua musica comodamente seduti su alcune poltrone di un salotto. La tabellina del sette e l’amore hanno fatto da sfondo all’esibizione: “ …uso i numeri per mettere alla prova i filosofi, parlo dell’amore e di tutte le sue fasi per punzecchiare le coppie di innamorati in sala e sollecitarli alla riflessione”, così l’ironico cantante giustifica i motivi della sua scelta. Inizia il viaggio musicale nei meandri dell’amore. Presenta i sette anni intonando così: “Kiss me, kiss me Licia, certo il loro cuore palpita d’amore, amore sì per te”. Il pubblico sorpreso accompagna la performance battendo le mani e canticchiando. Sette più sette uguale a quattordici. L’amore si fa romantico, Brunori interpreta “Questo piccolo grande amore” di Claudio Baglioni. Tra un pezzo e l’altro commenta i brani scelti. Definisce la sua trovata una “Nagasaki della Musica” per la varietà di artisti e generi musicali arrangiati ed interpretati dalla sua band. A ventuno anni l’amore è chimica ma anche inganno, è “Male di miele” degli Afterhours. Grande interpretazione rock da parte di Brunori. Più passa il tempo e più l’amore cambia forma e si confonde con il malumore. Non poteva mancare sul palco il Vasco nazionale con: “La nostra relazione”. “Perché no? Perché no? Perché no? Perché no? Scusi lei mi ama o no? Non lo so però ci sto!” è la strofa di una canzone di Lucio Battisti che racconta l’amore consapevole dei trentacinque anni. Poi a quarantadue anni entra in scena la musica ricercata di Franco Battiato. Nel suo brano, “L’animale” l’amore diventa struggente. “Ma l’animale che mi porto dentro non mi fa vivere felice mai si prende tutto anche il caffè  mi rende schiavo delle mie passioni e non si arrende mai e non sa attendere e l’ animale che mi porto dentro vuole te “. A questo punto della serata Brunori coinvolge il suo pubblico in maniera ancora più diretta. Prima dell’entrata in sala agli spettatori viene consegnato un bigliettino con su scritto una frase d’amore a sorpresa: strofe di canzoni interpretate durante la serata. Brunori è un romantico. Lo dimostrano le sue attenzioni per la compagna Simona Marrazzo, sua corista, che rende protagonista facendole cantare per i quarantanove anni la canzone di Franco Califano: “Un’ estate fa”. I cinquantasei anni vengono rappresentati da un gruppo punk italiano i CCPP con la canzone “Amandoti”. Ci avviciniamo all’amore più maturo, quello dei ricordi e dei rimpianti.  A sessantatre anni l’amore diventa solitudine: “ha l’aspetto trasognato malinconico ed assente non si sa da dove vien ne dove và chi mai sarà quell’uomo in frak”. Brunori esalta la bravura di Domenico Modugno.  Nell’ultima tappa del cuore, il cantante diventa serio, legge un passo del “Seduttore” di Kierkegaard anticipando una canzone-poesia del cantautore belga di lingua francese, amato da suo zio: Jacques Brel. L’amore adulto del tradimento e del ripensamento. L’atmosfera diventa magica quando con maestria Brunori canta: “La chansons des vieux amants”. Così si chiude la prima parte dello spettacolo. Il pubblico ancora desideroso acclama Brunori e la sua band. Ha voglia di sentire alcuni pezzi d’amore del suo repertorio. Per i settantasette anni Brunori canta con passione :“Una domenica notte”. Gli ottantaquattro anni vengono esaltati da un altro suo pezzo: “Lei, lui, Firenze”. In chiusura il suo più grande successo. Per i novanta anni il pubblico canta a squarciagola insieme a  lui “Guardia 82”. Brunori lascia la scena riproponendo un’immagine di sé divertente: vecchio, gestore di un ristorante di pesce, che si diletta cantando ai matrimoni il pezzo che lo ha lanciato. Grande successo per l’Associazione cosentina, sostenuta dalla rivista Fata Morgana, da Libero teatro, dalla compagnia teatrale Rosso Simona. Il gruppo ci da’ l’arrivederci anticipando sul palco il prossimo evento. Il 27 marzo infatti presso il cantiere 31 a Cosenza ci sarà la presentazione del libro di Emidio Clementi: La ragione delle mani. Si tratterà di uno spettacolo di letture, musicate dall’amico dell’autore Corrado Nuccini (dei Giardini di Mirò).

                                                                                                                           Rossana Muraca

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