COSENZA – È stata inaugurata ieri al Castello Svevo di Cosenza la Personale di Giuseppe Gallo, uno degli artisti cosentini più stimati, cui hanno partecipato, tra gli altri, il Primo cittadino Occhiuto, l’assessore regionale alla cultura Franco Rossi, il già assessore Sandro Principe, questa volta nei panni del visitatore appassionato d’arte. La mostra resterà aperta fino al 7 gennaio 2016, negli spazi interni ed esterni del Castello. Ma le sue opere resteranno a Cosenza, anche dopo l’esposizione dei prossimi mesi, perchè, come ha confermato il Sindaco bruzio, queste verranno in seguito esposte in maniera permanente “nella centrale e nuova piazza Bilotti”.
Gallo, che per l’occasione ha richiamato al vernissage dell’inaugurazione, organizzato dall’Amministrazione comunale, vecchi amici come l’ex sindaco Eva Catizone e Giosi Mancini, ha dalla sua la ritrosia dei creativi che lo spinge lontano dai microfoni, poichè, come ha dichiarato, “i pittori che rilasciano interviste mi fanno tristezza”. Non sono mancati i giovani, che non hanno voluto perdersi la Personale, realizzata “non senza difficoltà”, che reca come titolo “Giuseppe Gallo. Una notte ho provato a uccidere un sogno. Da allora non mi sono più svegliato”. Curatore dell’esposizione Alberto Dambruoso, critico d’arte e coordinatore della residenza artistica “The BoCS-Art” al Lungofiume che si è impegnato a illustrare ai pervenuti tecnica, materiali e significato dei lavori presenti.
Gallo è originario di Rogliano e fin dagli anni Ottanta è stato ospitato nei musei più prestigiosi del globo, tra cui il MoMa di New York, la Gam di Torino, senza contare la personale alla Biennale di Venezia nel 1990. Tra le opere esposte nel maniero bruzio, il gruppo scultoreo “Prismi”, l’installazione di dodici elementi nota come “Eroi”, opere che hanno reso famoso il suo nome non solo in Italia ma anche all’estero. Oltre a ciò, presenti anche alcune tavole dipinte nel 2010 “E’ un monocromo se lo guardi da venti metri”, mostrate per la prima volta e nuovi disegni realizzati apposta per l’occasione. E sul suo ritorno a casa, l’artista, come sempre di poche parole, ha dichiarato: “E’ ovvio che esporre qui o altrove non è la stessa cosa. Posso dire che questa è stata la mia mostra più difficile, più sofferta, più sudata”.